Gela. Il governo nazionale cede pezzi di Enilive, società del gruppo multinazionale che si occupa tra gli altri investimenti di quello per il Saf, appena presentato nella bioraffineria di contrada Piana del Signore. Il senatore M5s Pietro Lorefice è molto critico verso questa operazione. “Assistiamo da più di due anni al plateale tradimento delle promesse meloniane di patriottismo economico, in diversi settori. In questo inquietante approccio si inserisce anche la ritirata da quei poli industriali in cui lo Stato, attraverso le sue diramazioni, ha investito in percorsi di riconversione. Capita così che nelle stesse ore in cui Eni annuncia la produzione di carburanti sostenibili per il trasporto areo, all’interno della bioraffineria, il governo si appresti a cedere un primo pezzo del 25 per cento di Enilive, la controllata Eni che sta gestendo tutto il progetto di produzione di carburanti sostenibili. E a chi va questo 25 per cento, in base ai progetti annunciati nei mesi scorsi? Al solito Fondo americano Kkr, a cui è già stata assegnata la rete unica di telecomunicazioni in una nuova società, FiberCop, in cui il Ministero dell’economia si è relegato a un ruolo marginale, con appena il 16 per cento. Tra l’altro è notizia di questi giorni che il nuovo Ad di FiberCop, Luigi Ferraris, sia già in uscita dalla società proprio per divergenze con il fondo Kkr sugli investimenti dei prossimi anni”, dice il parlamentare.
Secondo Lorefice, l’intervento consistente di un fondo come Kkr pone interrogativi sul futuro di un investimento come quello del biojet con i carburanti per l’aviazione, avviato nella locale bioraffineria. “Lo stesso rischio si presenta adesso a Gela e non solo, perché sono coinvolti tutti i processi di riconversione di Enilive e tutte le persone senza le quali questa riconversione non sarebbe mai stata perfezionata. Per carità, molto resta ancora da fare, ma apprestarsi a farlo con l’ennesimo regalo al fondo estero di turno è quanto di più lontano possa esserci dall’autoproclamato patriottismo economico”, conclude il senatore. Lo scorso anno, era stata invece formalizzata la cessione delle quote detenute dalla società Energean per il giacimento “Cassiopea”. Sono andate al fondo di private equity Carlyle. Anche “Argo-Cassiopea”, per il gas, è uno degli asset essenziali negli investimenti di Eni sul territorio.