Gela. Risposte non ne sono arrivate e la crisi di governo, probabilmente, ha messo una staffa quasi definitiva sulle possibilità di convocazione di un tavolo ministeriale per la verifica degli sviluppi del protocollo di intesa di cinque anni fa. Niente da fare, al momento, anche per la firma alla proroga Via per la base gas di Eni, procedura che risente di un parere sfavorevole della Regione. Insomma, tutto fermo e il rischio più che concreto è che salti tutto, a cominciare dal maxi investimento sulla base gas. Nelle ultime ore, su sollecitazione delle sigle sindacali confederali e di categoria, l’amministrazione comunale ha inoltrato un sollecito ai ministeri interessati e a tutte le istituzioni coinvolte. Dopo la riunione di fine luglio, si tentata di ottenere un sì dal governo.
A Roma, sono giorni decisivi per le sorti politiche di un’eventuale nuova compagine di governo e l’appello potrebbe ancora finire nel vuoto. Senza l’avvio dei cantieri della base gas e con tante incertezze su strumenti come le compensazioni Eni e l’area di crisi complessa, il territorio rimane in balia degli eventi, stretto in una crisi soffocante. La firma sul sollecito l’hanno apposta tutti i segretari confederali e di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Ugl (Ignazio Giudice, Emanuele Gallo, Maurizio Castania, Andrea Alario, Francesco Emiliani, Gaetano Catania e Giuseppe Pastorelli). Per i sindacati e per il sindaco Lucio Greco, che segue la vicenda insieme al vice Terenziano Di Stefano, quella locale è una “Vertenza nazionale”. Nella nuova missiva, si parla della possibilità, più che concreta, di “un aggravamento ulteriore del quadro “economico-sociale e occupazionale del territorio”.