Gela. Sono trascorsi oltre venti giorni dall’ultimo incontro tenutosi al Ministero dello sviluppo economico, incentrato sull’avanzamento del protocollo d’intesa Eni del novembre 2014.
Nessuna notizia dal ministero. A conclusione di quel vertice, anche il viceministro Teresa Bellanova si era impegnata a convocare tutte le parti interessate entro i successivi dieci giorni. Allo stato attuale, però, tutto tace. Non a caso, i chimici di Filctem, Femca e Uiltec hanno già chiesto ufficialmente ai loro referenti nazionali un’accelerazione, di modo da ottenere la convocazione. Saranno i nazionali a fare da tramite con i funzionari del ministero. “Quello che ci preoccupa di più – spiega il segretario provinciale della Uiltec Maurizio Castania – è l’aspetto delle autorizzazioni. Il tavolo preannunciato alla fine dell’incontro dello scorso 4 maggio doveva servire proprio a fare il punto della situazione, di modo da capire se ci siano enti che non hanno ancora rilasciato le autorizzazioni richieste”. Di quel tavolo, però, non si sa nulla. “In realtà, dobbiamo ancora verificare, sul fronte del progetto della base a terra per il programma Argo-Cassiopea – continua il sindacalista – se il via libera della soprintendenza possa arrivare in tempi brevi. Vogliamo evitare che, con l’avvento dell’estate, tutto venga rinviato”.
…la Regione che fa? Allo stesso tempo, il sindacato chiede chiarezza anche alla Regione. “Dove sono le attività di formazione per i lavoratori dell’indotto? – conclude Castania – la presidenza della Regione si era impegnata, proprio al Ministero dello sviluppo economico, a convocare una riunione per fissare le tappe dei percorsi di formazione che potrebbero consentire agli operai dell’indotto di lavorare anche nelle attività di Syndial. Ad oggi, non abbiamo nessuna notizia e il rischio riguarda le aziende che hanno necessità impellente di avviare i lavori. Potrebbero decidere di impiegare personale esterno”. Tra ritardi nelle convocazioni, enti istituzionali che si muovono a rilento e, spesso, molta confusione, solo pochi lavori in raffineria, in vista della riconversione green, sono effettivamente partiti. “Molto più complessa – conclude Castania – è la vicenda di Enimed. Chiederemo un confronto direttamente con i manager”.