Gela. Sono un centinaio, tra aziende e padroncini che operano nel settore locale dell’autotrasporto, e fanno sempre più fatica a resistere. Non solo la riduzione delle commesse da Eni ma adesso anche i ritardi della burocrazia. La denuncia arriva dall’avvocato Antonino Ficarra che rappresenta diverse aziende locali. Uno dei pesi che rischia di mettere definitivamente in crisi queste società è il rimborso Iva. Mediamente per incassare la quota che spetta alle aziende trascorrono fino a dodici mesi. Un impatto complessivo che pesa almeno intorno ai due milioni di euro all’anno. Il legale ha formalmente scritto all’Unione Europea, al governo nazionale e alla Regione. I vantaggi dell’area di crisi complessa vengono strozzati da una burocrazia farraginosa. La gran parte delle aziende non riesce a sopportare il peso dei mancati rimborsi finanziari e quindi si lavora in perdita costante. Le richieste di rimborso presentate all’Agenzia delle Entrate dovrebbero essere esitate entro novanta giorni. Invece, passano mesi senza che le aziende possano incassare. Per un comparto già in crisi profonda sembra la mazzata decisiva.
“Chiediamo al governo centrale – dice uno dei responsabili dei consorzi locali – di rendere efficienti gli uffici provinciali dell’Agenzia delle Entrate in Sicilia per impedire quella che appare una vera e propria doppia tassazione che si produce tra il pagamento della stazione appaltante dell’Iva, la fatturazione del consorziato ed il rimborso della stessa Iva”.