Gela. Una “continuità di rappresentanza”. Gli esponenti del Partito comunista, che in giunta si rifanno all’assessore Giuseppe Favitta, non sono per nulla convinti da eventuali avvicendamenti che possano azzerare la loro presenza nel governo cittadino. Il presidente del partito Salvatore D’Arma fu tra i primi ad aderire all’agorà politica e ora insieme al gruppo locale non vede mutamenti che possano condurre alla cancellazione istituzionale. “Già all’indomani dell’elezione del sindaco Terenziano Di Stefano, sono iniziate le fibrillazioni e il tormentone estivo è stato ed è, chi uscirà? Chi entrerà? . Il toto-scommesse è sbilanciato negativamente sul nostro assessore Giuseppe Favitta. Riteniamo – spiega D’Arma – che l’apporto di altre forze non può dopo sessanta giorni circa, stravolgere lo schema iniziale dell’agorà. Si decise, con ruolo determinante del Partito comunista, la candidatura di Terenziano Di Stefano. Solennemente fu detto e deciso che quella era un’unità politica, proiettata in futuro e che i partiti partecipanti, al di là del risultato elettorale sarebbero stati rappresentati”.
I comunisti fanno perno intorno ad una questione di principio politico. “Per noi non esiste un problema Favitta – aggiunge D’Arma – è il nostro assessore e dovrà rimanere tale. La presenza di un esponente del partito non è una questione personale ma politica e quindi chiediamo la continuità di rappresentanza”.