Gela. Il sindaco Terenziano Di Stefano, prima della breve pausa di ferragosto, ha voluto ribadire l’importanza di diversi dossier amministrativi, ancora aperti, e che possono incidere notevolmente sullo sviluppo prossimo della città. Il piano del demanio marittimo e le compensazioni Eni da destinare ad interventi di decoro urbano, sono solo due delle priorità. Ad inizio settembre, inoltre, si cercherà di chiudere per l’avvio di Macchitella lab, altro caposaldo civico del gruppo del primo cittadino. Ci sono poi le mille pieghe della situazione finanziaria del municipio, un servizio rifiuti da implementare e l’emergenza idrica che seppur attenuata ancora si fa sentire. I prossimi mesi, inoltre, metteranno davanti al sindaco, probabilmente, qualche “tappa” politica. Qualcuno vicino alla maggioranza non esclude che la fase 2, con una giunta appunto più “politica”, possa iniziare a vedere la luce entro fine anno. Pare più probabile che riflessioni maggiori in ogni caso si concentreranno nei primi mesi del 2025, che Di Stefano considera anno di svolta su progetti e sviluppo. Inutile ribadire che la linea guida difficilmente potrà cambiare. Quella che fu l’agorà politica ha trovato l’esito elettorale favorevole e così Pd, M5s e i civici di “Una Buona Idea”, sono diventanti l’unico vero blocco che sta a fondamento del progetto del sindaco. Il parlamentare Ars Nuccio Di Paola ha voluto puntare sul neo primo cittadino e l’asse con il Pd pare ancor più consolidato. La presidenza del consiglio, le commissioni, la convergenza sulle scelte amministrative e una certa politica dell’equilibrio nei rapporti istituzionali con la “minoranza”, sono tutti aspetti che stanno segnando questo inizio. I distefaniani si muovono secondo un tragitto che può essere in parte variato ma non certo rivoluzionato. Il sindaco, di recente, ha spiegato di essere soddisfatto del contributo che tutti gli assessori stanno dando. Non è sembrato orientato a modifiche a stretto giro: non volterebbe le spalle ad un ampliamento della squadra assessoriale che però deve passare dal sì dell’Assemblea regionale. La campagna elettorale e soprattutto il ballottaggio, ufficialmente o informalmente, hanno permesso a Di Stefano di incamerare appoggi, spesso pure impronosticabili. Esponenti di primo piano della precedente esperienza consiliare, con in testa l’ex presidente dell’assemblea cittadina Salavatore Sammito, si sono schierati pubblicamente con il sindaco, nella fase del ballottaggio. Di Stefano non ha voluto lasciare indietro nessuno e in giunta ha dato rappresentanza a tutte le forze dell’iniziale coalizione, comprese le liste che non hanno superato lo sbarramento. Ad eccezione dell’Mpa, che in Regione è nella maggioranza del governo Schifani, la tendenza marcata è quella progressista-civica. Dem e grillini sicuramente non intendono fare passi indietro e anzi hanno coniato il “modello Gela” come variante netta ai governi Meloni e Schifani. I pentastellati, oltre all’assessorato con l’avvocato Simone Morgana, hanno un ruolo essenziale all’assise civica, attraverso la presidenza Giudice. I civici di “Una Buona Idea” giocano gran parte delle loro carte proprio sulla leadership di Di Stefano e in giunta hanno lasciato spazio ad altre formazioni. I dem, con sei consiglieri comunali e un risultato elettorale che li ha riabilitati parecchio, navigano su un mare per ora privo di increspature. Guardano all’assessore Giuseppe Arancio e attendono mosse esplicite del sindaco, qualora dovesse decidere di accelerare sulla fase 2 della giunta. La loro rappresentanza nel governo cittadino non potrà essere sottostimata, questo appare più che acquisito nel rapporto tra le parti. Per ora, i democratici non hanno alcuna intenzione di forzare la mano. Nella disamina complessiva, c’è chi non trascura una sorta di patto che potrebbe aver fatto definitivamente pendere la bilancia del voto, in modo netto, sul sindaco.
Il ballottaggio e l’intesa con l’ex consigliere comunale Salvatore Scerra, mai ufficializzata ma pare comunque praticata, forse qualcosa potrebbe farla girare dalla parte dell’ormai ex meloniano, ora a quanto pare vicino alla causa autonomista dell’Mpa (per ora senza un’adesione ufficiale). Da tempo, si ipotizza un rientro di Scerra nell’agone amministrativo, nonostante la sconfitta della sua coalizione, che non ha raggiunto il ballottaggio. L’ex FdI, acerrimo oppositore della giunta Greco, della quale fece parte Di Stefano e con ruoli non secondari, e sicuramente mai sulla stessa linea di “Una Buona Idea”, del Pd e del Movimento cinquestelle, potrebbe addirittura ritrovarsi nella stessa compagine di governo della città. Del resto, la causa del territorio potrebbe mettere insieme progressisti, civici e gruppi ideologicamente più vicini al centrodestra. Allo stato, non ci sono tracce vere per un finale già scritto. Grillini e dem, probabilmente, qualche approfondimento in più lo faranno qualora possano emergere “candidature” per la giunta, che qualcuno già ritiene indesiderate.