Giunta, Di Stefano attende le dimissioni di Arancio e Favitta: tra i dem dibattito aperto

 
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Di Stefano con alcuni alleati

Gela. I cambi in corsa, tra le fila della giunta del sindaco Di Stefano, sono ormai noti da tempo, visto che gli assessori Arancio e Favitta hanno espresso, per ragioni personali e lavorative, l’intenzione di lasciare Palazzo di Città. Ieri, il sindaco ha avuto un incontro con la struttura commissariale del Pd e in precedenza c’erano state interlocuzioni con il gruppo comunista. Il primo cittadino attende la formalizzazione delle dimissioni sia del dem Arancio sia di Favitta, in quota Pci. Dovrebbe avvenire lunedì. Sarà poi lui stesso, come ha riferito ieri, a svolgere le proprie riflessioni sul da farsi. Potrebbe confermare lo schema, con un assessorato al Pd e uno da mantenere per i comunisti oppure formalizzare un qualche mutamento. I democratici sarebbero pronti a rispondere sì qualora ci fossero due posizioni da ricoprire, già in questa fase. Sono convinti che il sindaco andrà comunque incontro alle loro istanze, anzitutto in termini oggettivi di rappresentanza, visto il risultato elettorale e i numeri che il partito gli ha portato. In questi giorni, il dibattito interno al Pd cittadino è piuttosto sostenuto. Pare che non tutti la pensino allo stesso modo, rispetto ai nomi da fornire al sindaco e allo schema da attuare. Il consigliere comunale Giuseppe Fava sembra essere il sostituto “naturale” di Arancio, con il quale lavora ormai da mesi sui dossier più urgenti, dal Pudm e fino al ciclo delle acque reflue e al capitolo del decoro urbano. Intorno al suo nome sembra esserci una certa condivisione. Però, nulla è da ritenersi scontato. Il capogruppo dem Gaetano Orlando, che poteva essere uno dei papabili per la presidenza del consiglio comunale, andata invece ai grillini, è tra quelli che non nascondono potenziali velleità per il governo della città.

Il commissario del partito Arancio vuole avere unità di intenti tra i suoi. Sullo sfondo, per ora, rimangono opzioni come quella che porterebbe al componente della direzione nazionale Peppe Di Cristina. Quella dell’ex segretario cittadino e provinciale del partito è una strada lungo la quale i dem non pare si muovano all’unisono e più in generale ci sono visioni differenti. Di Cristina, ad oggi, non ha mai espresso considerazioni tali da indurre a ritenere che la sua presenza in giunta possa essere imminente. Il sindaco vuole ragionare su una prospettiva di “gradualità” e ha davanti cinque anni per cercare di mettere le basi del progetto e sviluppare la propria idea di città, insieme agli alleati. I civici di “Una Buona Idea” sono chiaramente schierati con il capo dell’amministrazione, tra i fondatori del movimento. I grillini, che sono rappresentati dal presidente del consiglio comunale Paola Giudice e dall’assessore Simone Morgana, non intendono per nulla tirare la corda. I democratici invece qualche verifica in più la vogliono fare, anche per capire se il patto politico con il primo cittadino e con gli alleati vada nella direzione da loro auspicata. I comunisti, a loro volta, si sentono nel progetto di Di Stefano, fin dalla fase dell’agorà politica. Le dimissioni di Favitta, ancora non formalizzate, secondo i dirigenti Pci dovrebbero portare ad una sostituzione tutta interna al gruppo. Non hanno rappresentanza in consiglio comunale ma intendono esserci nel governo locale. Vorrebbero evitare che la riorganizzazione possa tagliarli fuori. Di Stefano, in settimana, ha riferito che nessuno degli alleati verrà “lasciato indietro”. Chi non avrà rappresentanza in consiglio e in giunta, potrà guardare direttamente a lui, come garante di tutta la coalizione.

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