Giovedì Santo al tempo del covid, tra restrizioni e tradizione

 
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Gela. La pandemia anche per quest’anno ha imposto ai fedeli un Giovedì Santo distante dalle storiche tradizioni religiose. A differenza, però, dello scorso anno, vissuto in totale lockdown, quest’anno, rispettando le disposizioni imposte e gestite dagli operatori della procivis, è stato reso possibile ai fedeli rendere omaggio in chiesa madre al Cristo e all’Addolorata. “All’ingresso della chiesa i fedeli, dopo aver igienizzato le mani, ricevuto una mascherina chirurgica e rilevata la temperatura corporea – dichiara il responsabile della procivis, Luca Cattuti – potranno percorrere il percorso prestabilito, dotato di apposita segnaletica, che dall’esterno li condurrà all’interno della chiesa. Inoltre – continua il responsabile della procivis – è stato predisposto un percorso riservato ai fedeli in carrozzina e alle donne in dolce attesa così da non interferire con gli altri percorsi previsti”.

Nonostante l’impossibilità di onorare le effigie sacre attraverso il tradizionale bacio dei piedi del Giovedì Santo, dalle prime ore di questa mattina diversi sono stati i fedeli che si sono recati in chiesa madre per qualche momento di preghiera. L’affluenza dei fedeli, costante ma regolare, è stata facilmente gestita dagli operatori della procivis che sin dall’ingresso della chiesa hanno garantito il rispetto delle disposizioni di sicurezza guidando i fedeli nei diversi step previsti. Igienizzazione delle mani, consegna di nuove mascherine e un percorso prestabilito, stanno riuscendo a garantire maggior sicurezza a tutti quei fedeli che, nonostante tutto, ritengono importante mantenere vive le tradizioni religiose legate alla Settimana Santa seppur in forma diversa.

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