Giocate pilotate nella bisca di via Citelli, indagati rimangono ai domiciliari: respinti ricorsi

 
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I carabinieri e i pm della procura hanno individuato il sistema usato per controllare le giocate

Gela. Le “mani” di Texas hold’em, nella bisca di via Citelli scoperta dai carabinieri, sarebbero state pilotate con il sistema “Pina”. Un meccanismo che avrebbe fatto incassare somme cospicue ai presunti organizzatori della casa da gioco illegale. Dopo gli arresti, i giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta hanno respinto le richieste avanzate dai difensori di Calogero Lo Porto, Rosario Romano e Vincenzo Lauria. I tre rimangono agli arresti domiciliari, imposti al termine del blitz. Nessuna modifica ai provvedimenti di custodia cautelare, nonostante i ricorsi presentati dai legali di difesa, gli avvocati Flavio Sinatra, Giuseppe Cascino, Maria Cascino e Salvatore Graci. Già nel corso degli interrogatori di garanzia, gli indagati si sono difesi, sostenendo che dietro alle vincite non ci sarebbe stato sempre il sistema “Pina”. Alcuni giocatori abituali, in base a quanto sostenuto dai pm della procura e dai carabinieri, avrebbero perso migliaia di euro, arrivando a dare l’abitazione a garanzia. Una versione che i difensori degli indagati hanno ridimensionato.

I tre presunti organizzatori del giro illecito hanno invece raccontato che tutti i “clienti” erano consapevoli di poter andare incontro ad eventuali perdite economiche, allo stesso tempo frequentavano altre case da gioco dello stesso tipo, sparse in diverse province dell’isola. L’indagine prosegue e non si esclude che possa essere più ampia.

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