Gela. Se il dissesto dell’ente comunale è ormai scontato, in attesa dell’ufficialità che dovrebbe arrivare dal voto dell’assise civica, la prossima settimana; è invece difficile al momento pronosticare il futuro dell’in house Ghelas multiservizi. I revisori dei conti hanno escluso che il dissesto del municipio possa determinare effetti per l’azienda, attualmente amministrata dal manager Pietro Inferrera. E’ anche vero però che le condizioni attuali non consentono di alzare il sipario sul nuovo contratto, atteso da tempo ma fino ad oggi mai finalizzato. Il tema è ancora all’ordine del giorno mentre a fine dicembre scadrà la proroga tecnica autorizzata a settembre. “Ai lavoratori della società, interamente controllata dal Comune – dice il consigliere Dc Vincenzo Cascino – dobbiamo dare certezze. Non possiamo permettere che continuino a vivere in bilico, con il timore di effetti anche catastrofici per le loro famiglie. Una sessantina di lavoratori non può andare avanti con l’ombra di un futuro incerto”. Secondo Cascino, tocca alla politica prendere la situazione in mano. “Bisogna interloquire con la Regione, proponendo un’eventuale norma specifica che consenta al Comune di assorbire questi lavoratori, fondamentali negli uffici del municipio. Perderli – aggiunge – significherebbe acuire gli effetti della crisi del nostro ente, che deve già rapportarsi ad un organigramma ridotto ai minimi termini. Senza gli operatori Ghelas, tanti uffici potrebbero chiudere direttamente”. Nella disamina condotta dall’esponente cuffariano, si richiama l’esigenza di razionalizzare le risorse. “In una fase come questa – continua – l’ente potrebbe assorbire i lavoratori Ghelas che già operano per conto del municipio. Si risparmierebbero i costi ingenti del contratto e tutte le spese legate al management dell’in house e a tutti gli organi di controllo. Finalmente, inoltre, questi lavoratori avrebbero delle certezze maggiori”. Quella di Cascino è una proposta piuttosto radicale, in un periodo segnato dalla crisi del municipio.
Prima di tutto, come conferma l’esponente Dc, servirebbe un dialogo con la Regione. “Casi analoghi ce ne sono stati – conclude – e la politica non può attendere gli eventi e poi intervenire quando magari è troppo tardi”. Intorno a Ghelas, non sono mai mancate indicazioni forti volte ad un rilancio che però adesso si scontrano con il dissesto e con una cura “lacrime e sangue” che sarà imposta a Palazzo di Città per rimettersi in pari. Tra i primi a strutturare un progetto ampio per una “nuova vita” dell’azienda, i consiglieri della commissione sviluppo economico che ruscirino a far approvare un atto in tal senso (con priorità alla razionalizzazione dei servizi), però mai concretizzato dall’amministrazione.