Gela riabbraccia un grande Nassi. “Mi davano finito? Inizio a stare bene… devono preoccuparsi gli altri”

 
0

Gela. Il 3 gennaio compirà 39 anni. Ieri sera però è stato l’ultimo ad arrendersi ed il primo a ringhiare sugli avversari.

Quando finalmente Angelo Tuccio è riuscito a portare Maurizio Nassi al Gela qualcuno ha storto il naso. “Ma… a 38 anni cosa può dare ancora?”.  E lo scetticismo aumentava quando dopo i primi allenamenti (ad agosto e con una umidità impressionante) il bomber di Taormina sembrava poco reattivo, quasi avesse perso lo smalto dei tempi migliori. Lui ha lavorato e sta lavorando come al solito da serio professionista. Pardo ha tre attaccanti veloci, giovani e ambiziosi come Floridia, Mincica e Alma. Un Nassi non in condizione lo metterebbe in imbarazzo tatticamente e con la piazza. In Coppa Italia i primi segnali di una condizione che stava migliorando ma gli scettici sono stati zittiti ieri sera, alla prima di campionato in Eccellenza. Con il Raffadali è stato il migliore in campo. Dopo 30 secondi ha colpito l’incrocio con un missile terra-aria. Si è procurato un calcio di rigore, ha servito con malizia l’assist a Mincica per l’espulsione di un avversario, ha colpito un palo con una sassata di testa ed ha servito assist ai compagni.

Carriera e gol. Maurizio Nassi ha giocato tra serie D, C e B 425 partite. Uno che segna 21 gol in B in 95 partite, con 105 gol in carriera non può aver dimenticato di colpo come si segna. 

Leader indiscusso. Emblematica la sua frase a fine partita. “Inizio a stare bene… sono gli altri a doversi preoccupare”. Aveva voglia di segnare nel suo stadio. “Ci tenevo – dice – perché lo merita la società, lo meritano i tifosi ed i miei compagni. Lo scetticismo? Possono pensare e dire quel che vogliono. Io sono venuto per giocare e dare una mano a questa squadra, non per svernare. Il gruppo cresce. Avremmo potuto stravincere ma siamo stati poco fortunati. Però ci siamo”. 

Obiettivi. “Con una società così, con questo gruppo e tifosi unici non si può non pensare in grande. Un passo alla volta però…”. Altro tramonto, siamo all’alba di una stagione da protagonista. E quella carta di identità lasciatela perdere.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here