"Gela ha già dato, basta rifiuti", Di Cristina a Greco: "Non si svenda il territorio"

Gela. Il sindaco Lucio Greco, ieri, ha condiviso l’apertura all’impianto per i rifiuti arrivata dal chimico industriale Fabrizio Nardo, che ha avuto modo di valutare le prime carte del progetto di “My...

A cura di Redazione Redazione
11 maggio 2022 12:20
"Gela ha già dato, basta rifiuti", Di Cristina a Greco: "Non si svenda il territorio" - Il segretario dem Peppe Di Cristina
Il segretario dem Peppe Di Cristina
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Gela. Il sindaco Lucio Greco, ieri, ha condiviso l’apertura all’impianto per i rifiuti arrivata dal chimico industriale Fabrizio Nardo, che ha avuto modo di valutare le prime carte del progetto di “Myrechemical” e “Asja”, le due aziende che hanno proposto l’investimento. “Non è un inceneritore”, hanno sostenuto sia Nardo che il sindaco. Greco ha anche preso le distanze dalle forze politiche che starebbero sostenendo il no, senza avere contezze tecniche e principalmente per ragioni elettorali. Dal fronte contrario all’impianto si alza la voce del segretario provinciale Peppe Di Cristina, che non condivide affatto le parole di Greco. Il segretario lancia chiari segnali di distanza dal primo cittadino, nonostante sia tra le anime che in quest’ultimo periodo ha più di altre lavorato ad un dialogo istituzionale sui temi. “No, caro sindaco, non è una questione di voti e non cambiamo idea. Il lavoro deve essere l’ossessione del Partito Democratico e di tutte le forze politiche e sociali che con noi vorranno condividere il progetto e l’idea di una città, centro di attrazione turistica e di un’impresa sana e sostenibile. Le sue straordinarie bellezze naturali vanno valorizzate e incentivate. Il lavoro, soprattutto nei nostri territori, non deve lasciare indietro nessuno, ma non possiamo più accettare compromessi e soprattutto ultimatum, o così o non ci sarà occupazione. Sono affermazioni false. Noi non vogliamo più stuprare le bellezze naturali che ci circondano, sarebbe una violenza inaccettabile – dice Di Cristina – non cambiamo idea perché non ci convincono coloro che cambiano idea, così facilmente. Non siamo contrari all’inceneritore sul piano ideologico e pragmatico ma non capiamo perché ancora una volta debba essere realizzato in città, che è già stata scippatta dalle destre del governo regionale, derubata degli incentivi, di somme che avrebbero potuto dare una direzione di sviluppo diversa, nel rispetto della sua vocazione naturale. È questa che noi riteniamo la migliore via possibile, perché giusta e in equilibrio con il nostro patrimonio paesaggistico. Quest’area della Sicilia non può pagare il prezzo di un impatto ambientale devastante”. Di Cristina ricorda quello che ha determinato la presenza industriale e spinge per un modello diverso.

“Questa è una zona ad alto rischio ambientale, non esiste una viabilità adeguata e, quindi, non ci sono le condizioni per rendere meno impattante, nemmeno il traffico veicolare. Questo territorio ha già dato. Basta – aggiunge – non ci convincono le opinioni di parte e non riusciamo a capire perché si debba scegliere proprio la città, se dispone già di un impianto di discarica che offre l’opportunità di uno smaltimento per tutto il suo territorio. Non ci rassegnamo all’idea che in città si debbano bruciare i rifiuti di altri. Condivido la riflessione di un caro amico, nessuno dovrebbe essere costretto a scegliere tra salute e lavoro o addirittura di morire sul lavoro. Il lavoro è la base della nostra carta costituzionale ma in Italia tra lavoro che manca e lavoro sottopagato sembra che nessuno se lo ricordi. Lavoro ma anche salute per tutti”. Quasi un’indicazione forte, anche sulle linee del programma che il Pd locale porrà agli elettori in vista delle prossime scadenze, compresa quella delle urne delle regionali. Il segretario dem, che a sua volta si prepara a scendere in campo, rilancia il suo dissenso alle parole di Greco. Il solco, ora, appare più profondo. “Non è per un pugno di voti che lo facciamo e siamo sempre coerenti nelle nostre scelte. Speriamo, invece, che nessuno svenda questo territorio per un pugno di posti di lavoro”, conclude Di Cristina.

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