Gela. Un tira e molla burocratico protrattosi per mesi rischiava di bloccare i cantieri per la messa in sicurezza di una parte del costone di via Romagnoli che si affaccia sul porto rifugio. Alla fine, però, i lavori sono partiti.
Gli operai in forza alla catanese Cospin costruzioni, azienda aggiudicataria dell’appalto da circa un milione di euro bandito dai funzionari del genio civile di Caltanissetta, sono attualmente impegnati nell’attività programmata. Insomma, almeno da questo punto di vista, Gela non sembra intenzionata ad imitare Genova o le tante, troppe, aree di crisi idrogeologica italiane.
Gli interventi in corso sono finalizzati, in aggiunta a quelli già effettuati nell’area della bretella stradale Borsellino, a mitigare qualsiasi rischio di smottamento in una zona tra le più a rischio dell’intero perimetro cittadino. Una fragilità geologica rafforzata dall’eccessiva facilità nel rilascio di concessioni edilizie proprio a ridosso del costone. “Finalmente – spiega il presidente del consiglio comunale Giuseppe Fava che ha seguito l’intero iter dell’appalto – i lavori sono partiti. Certo, si potrebbe fare molto di più ma le risorse non sono così ampie. A questo punto, potremmo cercare di estendere l’intervento ad un altro tratto del costone utilizzando, magari, le somme generate dal ribasso presentato dall’azienda vincitrice”. Come narrano le cronache nazionali, spesso prevenire è meglio che curare soprattutto in una città già abbondantemente martoriata e, ovviamente, i lavori al costone di via Romagnoli solo una goccia rispetto al mare rappresentato, in questo caso, dalla necessità di mettere in sicurezza l’intero territorio cittadino.