Gela. La gara “ponte” per il servizio rifiuti in città, da oltre un anno non riesce ad essere assegnata. Fino ad oggi, non sono mai state presentate offerte. Dopo l’ultimo tentativo andato a vuoto (è il quinto), nelle scorse ore i sindaci della Srr4 si sono riuniti, su convocazione del presidente Salvatore Chiantia. Il sindaco di Riesi, che ha ricevuto il verbale dalla Centrale unica di committenza, non ha potuto fare altro che prendere atto dell’assenza di buste con le eventuali proposte, nonostante gli inviti siano stati trasmessi anche ad aziende che avevano dato disponibilità a partecipare. Pare che prima di assumere una nuova decisione sulla procedura da adottare, verrà chiesto un altro parere all’Autorità nazionale anticorruzione, che negli scorsi mesi si era espressa favorevolmente sullo svolgimento di una procedura negoziata, ad inviti. Al momento, non trapelano molti altri particolari. Pare però che l’assemblea abbia affrontato solo il caso del lotto di Gela, che per un anno vale circa sei milioni di euro. Diversi operatori del settore ritengono che le condizioni economiche previste non siano profittevoli e collegano l’assenza continua di offerte proprio ai numeri previsti nel capitolato. I manager di Tekra, a loro volta non interessati a partecipare alla procedura, attendono di poter lasciare il cantiere di Gela e quelli degli altri Comuni per i quali c’è stato un nuovo affidamento. A questo punto, i tempi potrebbero ulteriormente slittare.
A Palazzo di Città, invece, il peso finanziario dei debiti accumulati nei rapporti con l’Ato Cl2 in liquidazione rischia di mettere in enorme difficoltà le casse. Non c’è ancora accordo sui circa sedici milioni di euro che il Comune dovrebbe versare all’ambito, tanto da essere al centro di un procedimento giudiziario. A metà giugno, in municipio è stato notificato un decreto ingiuntivo, emesso dal tribunale, che impone all’ente il pagamento di poco più di un milione di euro. Anche in questo caso, si tratterebbe di crediti maturati per conferimenti nella discarica Timpazzo e negli impianti locali del ciclo rifiuti. I rapporti istituzionali tra la giunta Greco e i vertici dell’Ato non sono mai stati dei migliori e le somme che il Comune deve coprire contribuiscono ad inasprire l’intera vicenda. L’attuale commissario liquidatore dell’ambito, l’avvocato Giuseppe Panebianco, si accinge a lasciare la guida, dopo aver accettato l’incarico di amministratore delegato della “Catanzaro Costruzioni”, l’azienda proprietaria della discarica agrigentina di Siculiana. E’ stato il professionista ad autorizzare una lunga sequela di azioni giudiziarie nei confronti di tutti i Comuni che negli anni hanno conferito a Timpazzo e negli impianti locali. Sono maturati crediti pesanti, soprattutto sul piano della sostenibilità finanziaria, che l’Ato intende comunque recuperare dai Comuni, per chiudere la fase di liquidazione, senza eventuali perdite.