Gela. Il regolamento per le forniture idriche alle utenze non coperte dalla rete è stato approvato dall’aula consiliare che ha sfatato una sorta di tabù, dato che durante la precedente consiliatura quest’atto non aveva trovato troppe fortune, rimanendo sospeso per un lungo periodo. La maggioranza del primo cittadino Terenziano Di Stefano ha fatto quadrato, varando pure gli emendamenti presentati dalle commissioni bilancio, affari generali e ambiente. Niente da fare invece per quello portato in aula dalla meloniana Sara Cavallo. Un certo clima più marcatamente politico ha determinato la bocciatura. Cavallo tiene comunque a precisare che la sua iniziativa, che ha trovato l’assenso dell’opposizione, era volta a ridurre ulteriormente gli sforzi economici richiesti ai cittadini che vivono in zone non raggiunte dalla rete idrica. “L’emendamento prevedeva un abbassamento dei costi del servizio idrico a tutela degli utenti che non hanno nessuna colpa se le loro abitazioni non sono raggiunte dalla rete idrica ed hanno inoltre regolare copertura con gli oneri di urbanizzazione e non solo”, spiega. Sottolinea inoltre che attuali consiglieri di maggioranza, nel corso della precedente esperienza istituzionale, avevano ritenuto di congelare il regolamento, senza mai arrivare al voto.
Nell’emendamento, il consigliere FdI indicava la necessità di prevedere che i richiedenti versassero un prezzo al Comune “pari al 40 per cento del costo del nolo a caldo dell’autobotte, discendente dalla procedura di affidamento del servizio, al netto del ribasso d’asta offerto dall’aggiudicatario del servizio oltre Iva, cui si aggiunge il costo di 10 mc di acqua secondo la tariffa praticata dal gestore e 10 euro quale onere istruttorio e costo forfettario per il personale interno addetto al servizio. Per i non residenti, richiedenti il servizio, il corrispettivo sarà pari al 50 per cento del costo del nolo a caldo dell’autobotte, oltre Iva, fermi gli ulteriori costi di cui sopra”.