Gela. Gli interventi di dragaggio del porto rifugio sono stati ultimati ma l’accesso alle imbarcazioni è stato interdetto. Il provvedimento emesso dalla locale Capitaneria di porto si è reso necessario per la continua evoluzione dei fondali all’ingresso del porticciolo monitorati costantemente anche dal personale del Genio civile.
Secondo il comandante della Guardia costiera, Emiddio Greco, costretto a limitare per problemi di sicurezza l’accesso alle sole imbarcazioni con un pescaggio massimo di 2,50 metri, bisognerebbe intervenire con un problema strutturale. “L’ordinanza appena emessa – spiega il comandante della capitaneria di porto Emiddio Greco – si è resa necessaria per salvaguardare l’incolumità dei diportisti ed evitare qualsiasi problema. Al momento, possono entrare ed uscire dal porto rifugio solo natanti con pescaggio non superiore ai 2,50 metri”. I lavori di dragaggio recentemente conclusi dai tecnici dell’azienda veneta Somit, appaltati con urgenza a settembre dello scorso anno dall’ufficio del genio civile di Caltanissetta, per oltre 130 mila euro, hanno attenuato solo per qualche tempo il constante problema dell’insabbiamento dei fondali di quella che dovrebbe essere un’infrastruttura essenziale per la città. Nessuna critica è stata mossa contro la ditta che ha eseguito il dragaggio. “Noi – sottolinea il comandante Greco – effettuiamo continui sopralluoghi e, dai dati a nostra disposizione, ci siamo accorti che, al momento, quasi tutti i natanti avrebbero evidenti difficoltà d’accesso e d’uscita. Peraltro, studiando il flusso delle correnti, siamo più che certi della necessità di nuovi provvedimenti già nei prossimi mesi. Ritengo che si ridurrà ulteriormente il limite di pescaggio all’imboccatura del porto limitando ulteriormente il transito dei natanti”. L’insabbiamento dei fondali, da anni, ha messo al palo l’intera attività portuale in città. In diverse occasioni l’indice accusatorio è stato puntato contro la struttura del porto che a causa della sua conformazione strutturale riesce a raccogliere solo la sabbia al suo interno. Anche i pontiletti interni realizzati dai privati risultato insabbiati. L’estate scorsa i proprietari delle imbarcazioni avevano promosso un’azione di protesta per essere rimasti intrappolati all’interno del porto. Sospesa l’attività portuale mentre i proprietari dei pescherecci sono stati costretti spostare la prua verso il più accessibile porto di Licata. La decisione ha avuto ripercussioni anche sull’economia locale. “Sarebbe necessario – conclude Greco – un intervento di tipo strutturale sia rispetto all’avamporto che all’imboccatura. La competenza rimane in capo agli uffici regionali”. Il 3 settembre 2013 erano stati l’ufficio del Genio civile di Caltanissetta e la Regione a comunicare l’affidamento dei lavori urgenti per il dragaggio dell’avamporto e dell’imboccatura del porto alla ditta Somit srl di Chioggia. Tre giorni fa, grazie ai rilievi effettuati dal personale della Capitaneria di porto è stato confermato che la profondità consente l’ingresso e l’uscita all’interno del porto alle unità navali aventi pescaggio entro e non oltre 2,5 metri.