Gela. Non si trovano i fondi per la copertura dei costi del personale, la relazione tecnica presentata dall’assessore regionale Nicolò Marino è stata bocciata in commissione e il quinto modulo bis del dissalatore si avvicina al definitivo de profundis.
“Sono stati disattesi tutti gli impegni – spiega il segretario provinciale della Filctem Cgil Alessandro Piva – non si è dato seguito agli accordi firmati davanti al prefetto di Caltanissetta o a quelli conclusi direttamente a Palermo. Chi ci rimette? Oltre venti lavoratori che, già da marzo, non avranno più la copertura della mobilità”.
Nelle ultime settimane, sono stati proprio gli ex lavoratori della Di Vincenzo, per anni in servizio presso il quinto modulo bis del dissalatore della fabbrica Eni, a fare spola con Palermo per avere informazioni utili.
“E’ stato tutto inutile – ammette Antonio Lombardo – tutti ci avevano promesso che saremmo stati assorbiti nell’organico di Siciliacque, di modo da continuare a gestire l’impianto. Si stanno buttando nel vuoto oltre cinquanta milioni di euro. Tanto è costato un impianto destinato a non ripartire”.
Allo stato attuale, non è stato possibile individuare circa cinquecentomila euro da utilizzare per la copertura dei costi del personale. A poco sono servite le proteste dei venti lavoratori e dei sindacalisti del settore, non solo Alessandro Piva ma anche i colleghi di Femca e Uiltec Francesco Emiliani e Silvio Ruggeri. Lo spettro dell’ennesimo sperpero di fondi europei, utilizzati per realizzare il modulo, si fa sempre più concreto.