Gela. Chiedono diritti e di non essere catalogati come magistrati di serie B, anche da un punto di vista di inquadramento lavorativo. Giudici di pace, vice procuratori e giudici onorari, che operano in tribunale, hanno aderito alla protesta, ormai estesa a carattere nazionale. Da anni, puntano ad avere riconoscimenti di base, dal superamento del sistema del “gettone” di presenza ad una copertura nei casi di malattia. “Chiediamo solo che il nostro lavoro venga riconosciuto”, dicono. Questa mattina, i magistrati onorari che prestano servizio a palazzo di giustizia, ognuno con in mano una rosa, hanno organizzato un flash mob, solidarizzando con i colleghi di Palermo, in sciopero della fame. Distanziati, come prevede il protocollo anti-Covid, si sono radunati prima all’interno del tribunale, per spostarsi successivamente fuori dalla struttura, nel piazzale antistante. Fanno riferimento alle decisioni assunte dalla Corte di Giustizia, ma anche alle recenti affermazioni del ministro della giustizia Alfonso Bonafede, che giudicano molto gravi. “Queste affermazioni appaiono dirompenti in quanto se da un lato adombrano un utilizzo indiscriminato della categoria in contrasto con l’articolo 106 Costistuzione e con i principi di tutela dei lavoratori contenute nelle direttive europee – scrivono in un documento i magistrati onorari del tribunale – dall’altro affermano il principio secondo cui un potere dello Stato, che determina in maniera significativa il funzionamento della giustizia, vada aiutato con cloni che esplichino, in condizioni precarie, le stesse mansioni per cui i magistrati vengono pagati”. Il ministro, rispondendo ad un’interrogazione parlamentare, ha parlato di una categoria che “esisterebbe con finalità di contenere il numero dei togati, pena la perdita di prestigio e la riduzione delle retribuzioni della magistratura professionale”. Tutte ragioni che li hanno portati ad organizzare il flash mob, al quale hanno aderito anche gli avvocati del foro, con la rappresentanza del Consiglio dell’ordine.
I legali supportano le richieste che arrivano dalla magistratura onoraria, che copre un notevole volume di attività, in udienza e fuori dalle aule. I magistrati in protesta si rivolgono anche al governo. “Denunciamo l’incapacità dello Stato a predisporre anche con decretazione d’urgenza la previsione normativa che, al pari di altri settori, regolarizzi la categoria, in ottemperanza ai principi costituzionali e ai criteri dettati dalla sentenza UX Corte di Giustizia Europea e dalle pronunce dei tribunali”, concludono nel documento reso pubblico.