Fiume Gela, dopo l’allarme del Procuratore, interviene la politica: ''Pronti a cambiare la norma''
Dopo le accuse di “inquinamento legale” del procuratore Vella, la politica promette di modificare la norma sugli scarichi industriali.
Gela. A volte è nera, altre viola, altre ancora di un rosa innaturale. È l’acqua del fiume Gela, che cambia colore e odore, segno visibile di un inquinamento che, paradossalmente, è legale. Lo ha confermato il procuratore capo di Gela, Salvatore Vella, spiegando che in Sicilia la legge regionale non obbliga le imprese a depurare le acque meteoriche di piazzale, anche quando si mescolano a sostanze chimiche e oli industriali.
Un vuoto normativo che, secondo il procuratore, rende impossibile punire penalmente condotte che altrove sarebbero considerate inquinanti.
Il procuratore ha lanciato un appello diretto alla politica regionale: “Serve una legge che chiuda questa zona grigia.”
E da destra a sinistra la risposta non si è fatta attendere.
«Sono pesanti le dichiarazioni del procuratore Vella. Parla di un inquinamento legittimo a causa di una legge regionale, e lancia un appello che raccogliamo in modo concreto – ha dichiarato il Vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola - Ho già presentato un’interrogazione parlamentare e sto lavorando con gli uffici per predisporre un disegno di legge che corregga la norma. Nelle prossime settimane chiederò un incontro con il procuratore, anche con tecnici legislativi, per scrivere insieme una legge utile al territorio.»
Sulla stessa linea anche il deputato meloniano Salvatore Scuvera, che annuncia verifiche e un tavolo tecnico con gli enti competenti.
«L’allarme lanciato dal procuratore è serio e non può lasciarci indifferenti – ha detto Scuvera - Chiederemo ad ARPA e ASP gli ultimi risultati delle analisi sul fiume Gela e, da lì, un incontro con il procuratore e gli enti preposti. Se davvero esiste una legge che consente situazioni del genere, faremo di tutto per migliorarla. Il nostro obiettivo è restituire ai cittadini un fiume pulito e un territorio sano.»
Dopo anni di denunce e indagini, il caso del fiume Gela riaccende il dibattito sulla tutela ambientale e sulla necessità di colmare i vuoti normativi.
Le istituzioni promettono di intervenire, ma per il fiume che cambia colore ogni pioggia resta, per ora, il simbolo di un inquinamento che la legge non punisce.
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