Gela. Ufficialmente risultava in servizio presso la famiglia dell’anziano da accudire, in realtà non avrebbe adempiuto alle indicazioni ricevute dai funzionari di Palazzo di Città e, spesso, non si sarebbe neanche presentata.
Per questa ragione, l’assistito ha denunciato una lavoratrice dell’ex programma del reddito minimo d’inserimento che, stando alla sua versione, non avrebbe svolto il servizio previsto. Si tratta di una quarantaquattrenne, adesso sospesa dall’attività. Il provvedimento si è reso necessario a seguito di verifiche che vengono svolte anche dai magistrati della procura. Si ipotizza, infatti, che la lavoratrice abbia apposto le firme sui fogli ufficiali di presenza pur non essendo in servizio. Un presunto raggiro che l’anziano da assistere ha denunciato alle forze dell’ordine. Così, è scattata la sospensione con un provvedimento firmato dalla dirigente comunale del settore servizi sociali Maria Morinello. “Sulla vicenda – spiega proprio la funzionaria di Palazzo di Città – ci sono verifiche in corso. Non posso esprimere ulteriori giudizi perché si stanno approfondendo gli elementi legati alla denuncia sporta da uno degli assistiti”. Cautela traspare nei commenti dell’assessore al ramo Ugo Costa. “Dopo le lamentele – dice – è stata presentata una denuncia. Adesso, vengono valutate tutte le situazioni descritte dall’utente. In ogni caso, abbiamo consigliato alla lavoratrice di seguire l’iter con l’assistenza di un legale di fiducia. Fino a quando non verrà chiarito tutto, rimarrà valido il provvedimento di sospensione”. La denuncia sarebbe stata presentata dall’anziano utente dopo diverse assenze da parte della lavoratrice che si sarebbe dovuta occupare di un servizio d’assistenza domiciliare all’interno dell’abitazione dell’uomo. La scelta di denunciare i fatti, appoggiata dalla famiglia dell’utente, ha fatto scattare approfondimenti non solo tra gli uffici di Palazzo di Città ma anche in quelli della procura. Al centro delle valutazioni, ci sarebbe soprattutto l’effettiva corrispondenza tra la presenza in servizio della donna e le firme apposte sulla documentazione ufficiale, necessaria ai fini del calcolo delle retribuzioni. Non è da escludere che, nelle prossime settimane, possano emergere nuovi particolari intorno alla vicenda.