Gela. Il timore vero è di perdere tante voci di finanziamento ottenute negli ultimi anni. La crisi di bilancio del Comune sta attirando tutte le attenzioni dell’amministrazione ma un versante piuttosto instabile è proprio quello dei progetti finanziati. “Al gruppo consiliare del nostro movimento – dice l’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano – chiederò che si provveda con un monotematico per valutare la situazione dei finanziamenti del Pnrr e più in generale di quelli che in questi anni sono stati ottenuti dall’amministrazione comunale, per un totale di circa duecento milioni di euro”. L’esponente civico, nonostante abbia rinunciato alla giunta, confluendo all’opposizione insieme al resto del gruppo di “Una Buona Idea”, a distanza continua a seguire il cammino dei progetti, che nei mesi ha dovuto scontare più bassi che alti. In serata, il consiglio ha approvato lo statuto e l’atto costitutivo dell’Unione dei Comuni, che sovraintenderà tutte le procedure dei finanziamenti 2021-2027. L’iter è ancora in una fase preliminare ma da Palermo hanno fatto sapere che entro giugno dovrà essere stilata la strategia con i progetti. A soffrire la stasi sono capitoli come “Agenda Urbana”, “Qualità dell’abitare” e ancora diversi progetti che andrebbero concretizzati. Tra questi, “Sinapsi”, con dieci milioni di euro di finanziamento per un centro tecnologico a Brucazzi. “C’erano delle date e i lavori dovevano essere affidati entro la fine del 2022 – precisa Di Stefano – al consiglio comunale quasi si impose celerità ma ad oggi, pur non avendo riscontri ufficiali, penso che si stia procedendo in proroga e probabilmente un’altra ne verrà richiesta. Non si può andare avanti solo a proroghe”. Di “Sinapsi” ha parlato il senatore di Forza Italia Stefania Craxi durante la sua recente visita in città, facendo capire che ci sono tutte le condizioni per concretizzarlo. La parlamentare eletta nel collegio locale non è entrata nel merito. Perdere finanziamenti di questa portata scatenerebbe conseguenze funeste. “Il 2023 è decisivo per avere delle risposte – continua Di Stefano – o si va avanti con le procedure, rispettando i tempi, oppure la città sarà ulteriormente isolata e tagliata fuori”. Con questo scenario, l’ex assessore fa fatica ad intravvedere un qualsiasi lieto fine.
“Dai calcoli che ho fatto, basandomi sui cronoprogrammi che avevo predisposto durante l’esperienza in giunta, il primo blocco del Pnrr vede il Comune arrivare in modo troppo lungo. Non ci sono i tempi giusti. I ritardi appesantiscono ogni passaggio ulteriore. Il monotematico, se ci saranno le condizioni per fissarlo, non va interpretato come un attacco o un’accusa. Piuttosto deve essere l’occasione di un confronto schietto. Di questo bisognerebbe parlare più spesso, facendo il punto su iniziative come il polo dell’idrogeno, gli investimenti, l’università. Invece, il dibattito è occupato dagli eventi per l’anniversario dello sbarco alleato. Purtroppo, non vedo più una vera programmazione”. Tutti vuoti che per il civico minano alla base l’intero sistema dei finanziamenti, predisposto in questi anni, e che fino a poco prima della crisi montata in municipio sembrava un canale il cui flusso non si sarebbe interrotto. Da “Una Buona Idea”, in una fase molto delicata per la tenuta dell’amministrazione e dell’ente comunale, in più occasioni sono state formalizzate scelte di “responsabilità”, supportando gli atti di giunta e non solo. Sui finanziamenti, però, l’ex vicesindaco non vuole che cali una coltre di trascuratezza, preludio di possibili tagli.