Gela. Franco Iudici, 52 anni, di Gela è il nuovo segretario della Filca Cisl dei territori di Agrigento, Caltanissetta ed Enna. La sua elezione è avvenuta sabato pomeriggio all’Hotel San Michele di Caltanissetta a conclusione del primo congresso territoriale che unisce per la prima volta le tre province sotto un’unica federazione.
Sono stati 49 i componenti del Consiglio generale chiamati al voto. Per Iudici un plebiscito con 48 voti. La segreteria è composta anche da Epifanio Riccobene di Enna e Antonio Augello di Agrigento. Al congresso sono intervenuti tra gli altri il segretario nazionale Salvatore Scelbo, e quello regionale Santino Barbera. “La motivazione che ha spinto la Filca e la Cisl a riorganizzare il territorio è stata quella di riavvicinare l’organizzazione ai luoghi di lavoro – ha detto il neo segretario Franco Iudici – Bisogna ripensare il territorio come luogo dove i nostri associati vivono e si impegnano nella società. I territori devono essere vissuti alla luce delle compatibilità ambientali, dello sviluppo sostenibile, delle delocalizzazioni, dei flussi migratori, delle trasformazioni sociali e culturali che riguardano le popolazioni ed il lavoro. Noi della Filca e della Cisl vogliamo un sindacato nel territorio pronto alle sfide del futuro, con meno Segretari Generali e più sindacalisti professionalizzati e in grado di cogliere le sfide del cambiamento con meno burocrazia sindacale ma più democrazia e partecipazione. Vivere ed abitare il territorio da protagonisti per incidere in maniera più efficace sulle condizioni di vita e di lavoro dei nostri associati”.
Il segretario nazionale Scelno ha puntato l’indice sulla carenza di lavoro. “Penso a responsabilità, lavoro e futuro – ha detto Scelbo – La responsabilità attiene ad ognuno di noi per costruire lavoro e futuro. Oggi un disoccupato si è tolto la vita a Trapani. Ha messo i suoi appunti sulla Costituzione italiana. Il lavoro deve essere la condizione per la quale dobbiamo ricostruire possibilità di lavoro vero. Non ci può essere legalità senza sviluppo. Se è vero che ci sono 550 mila in meno addetti nel settore, nella riqualificazione del patrimonio abitativo il 12 per cento in più. E’ l’unico dato positivo. Bisogna chiedere una deroga per i comuni virtuosi sui patti di stabilità. La nostra riorganizzazione non è una risposta alla crisi. Vogliamo rafforzare la prima linea per costruire alleanze e consenso e non solo con i lavoratori. Vogliamo essere costruttori del futuro”. Tra le proposte l’adozione di un software per controllare l’intero ciclo del calcestruzzo.
Tra gli ospiti il sindaco Angelo Fasulo, il segretario della Cgil Ignazio Giudice e il presidente dell’Ance Carmelo Turco.
“Nell’ultimo periodo in Italia si sono persi 400.000 posti in edilizia, mentre solo nella Regione Sicilia si sono persi più del 10% di occupati nel settore edile. “La prima mossa del prossimo Governo dovrà essere la riforma fiscale – ha aggiunto Iudici – bisogna dare finalmente il via ad un comportamento serio alla vicenda delle tasse: senza una recisione fortissima del peso fiscale, schiacciante per lavoratore e pensionato, noi non avremo una giustizia fiscale. Le tasse sono una palla al piede per l’economia, serve una riduzione importante. Occorre avviare investimenti capaci di aprire immediatamente i cantieri. c’è una povertà sempre più visibile e troppa gente vive una condizione di sopravvivenza sempre più stentata, continua l’emigrazione delle nuove generazioni e la desertificazione di paesi che sono a futuro rischio di estinzione. Se a questo aggiungiamo che sul territorio di Agrigento non parte il rigassificatore, anzi è a rischio pure il finanziamento visto che associazioni ambientaliste vogliono la revoca della concessione, la Cementeria di Agrigento rischia la chiusura per il calo di vendite, l’Agrigento Caltanissetta SS640 è ferma, mentre per quanto riguarda il territorio di Caltanissetta, va a rilento. Sul piano dello sviluppo assistiamo ad un progressivo ripiegamento degli investimenti anche all’interno della Raffineria di Gela, con il fermo temporaneo delle due linee di produzione, di conseguenza anche l’intero indotto è costretto a ricorrere ad ammortizzatori sociali che fino ad oggi siamo riusciti ad applicare, tra contratti di solidarietà e cassa integrazione ordinaria”.