Gela. Sembrava che il dibattito su temi portanti come il rilancio industriale e la ripresa del comparto agricolo potesse riavvicinare, perlomeno su un piano istituzionale, il Pd locale e il sindaco Lucio Greco. Le distanze, invece, sembrano essersi ampliate, proprio nell’ultima settimana. Questa mattina, il segretario cittadino dem Guido Siragusa ha tenuto la direzione del partito, alla presenza di tutti i dirigenti locali. I democratici hanno sostanzialmente confermato l’investitura del segretario provinciale Peppe Di Cristina, che scioglierà anche l’ultima (formale) riserva sulla sua corsa all’Ars. Per riprendere un dialogo istituzionale con il sindaco, invece, c’è chi pensa che non ci siano le condizioni politiche. Ai dem non è affatto piaciuto l’abbraccio politico tra l’avvocato Greco e il presidente Ars Gianfranco Miccichè, che si è messo a disposizione dell’amministrazione comunale nella vicenda del progetto del termovalorizzatore, annunciato dal presidente Nello Musumeci. Si sa da tempo che il Pd locale non ha mai condiviso la tendenza del sindaco ad avvicinarsi ad aree del centrodestra e i forzisti, che alle regionali andranno anche con il presidente dell’assise civica Salvatore Sammito (da sempre vicino a Greco), pare vogliano ribadire il loro peso politico in giunta, legandosi ancora di più all’avvocato. Tra dem e forzisti, anche quando l’alleanza “arcobaleno” era ancora in auge, non è mai corso buon sangue. Il vertice palermitano, con tanto di foto con Miccichè, sicuramente non ha fatto breccia tra i democratici, che attendono ancora una risposta chiara dal sindaco. Il segretario cittadino Guido Siragusa, che lunedì dovrebbe dare qualche indicazione in più nel corso di una conferenza stampa, sembra tra quelli più infastiditi dai tempi lunghi di Greco, che non ha dato ancora seguito alla proposta di un tavolo comune sui temi, lanciata dalle stanze della segreteria del Pd.
Neanche l’intenzione del primo cittadino di allargare il dibattito a tutta la sua maggioranza sta entusiasmando la dirigenza del Pd, che rimane guardinga. Il progetto del termovalorizzatore, del resto, sta facendo maturare convinzioni che in casa dem non conducono affatto al dialogo con l’avvocato Greco. Gli esponenti locali del partito, che si dicono “non ideologicamente contrari ai termovalorizzatori”, non vogliono però che un progetto impattante come quello annunciato da Musumeci venga realizzato in un territorio già segnato da patologie e che ha abbondantemente pagato il prezzo dell’industrializzazione. Tra le fila della giunta, invece, è già stato spiegato che “non c’è un no a prescindere” e che quindi l’intenzione è di valutare tutti gli aspetti, con pro e contro, prima di assumere una posizione ufficiale. Il no dei dem e le posizioni “possibiliste” della giunta sul progetto non sembrano porre le basi per un nuovo dialogo, anche sui temi. Cosa accadrà è ancora difficile comprenderlo ma se il tavolo ci sarà, bisognerà arrivare ad una sintesi politica, allo stato poco probabile.
Non bisogna arrivare ad una sintesi politica, ma ad una scelta consapevolmente tecnica, basata su dati scientifici aggiornati . Il resto sono chiacchiere al vento, alimentate da gente assolutamente ignorante sugli aspetti tecnici e che sfrutta l’argomento per fini puramente personalistici.
Ci erudisca lei sugli aspetti tecnici di un inceneritore di rifiuti.