Gela. Secondo gli investigatori, avrebbe accentuato le conseguenze patite a seguito del primo cedimento del viadotto “Geremia II”, lungo la 626 Gela-Caltanissetta. Una donna, a bordo di una vettura, stava viaggiando in direzione proprio di Caltanissetta quando si verificò il cedimento. Era partita da Gela, dove risiede. Per l’accusa, avrebbe in parte simulato alcune conseguenze, così da poter ottenere più facilmente il risarcimento. Il tempo trascorso da quegli accadimenti ha fatto maturare la prescrizione. La difesa, sostenuta dal legale Davide Limoncello, ha però ribadito che mancherebbero gli estremi del reato, ovvero “fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona”. Secondo gli investigatori, l’imputata avrebbe usato un tutore per il corpo che puntualmente toglieva non appena uscita dal tribunale, dove si tenevano le udienze del procedimento civile.
La difesa, nel dibattimento penale, ha fatto inoltre notare che il giudizio civile per il risarcimento si è concluso favorevolmente per la donna. Il magistrato ha riconosciuto il suo diritto ad ottenere un ristoro per le ferite riportate. Un aspetto che il legale ritiene possa incidere rispetto ad un’eventuale assoluzione nel merito. Nel dibattimento, è parte civile la compagnia assicurativa, rappresentata dal legale Feliciana Ponzio. In aula, si tornerà a fine febbraio.