Gela. La ditta individuale attiva nel settore dei materiali elettrici era in realtà una “cartiera”. Così, anche al termine della sua requisitoria, aveva già spiegato il pm Gesualda Perspicace. Il giudice Eva Nicastro, a conclusione dell’istruttoria dibattimentale, ha disposto la condanna a due anni e quattro mesi di detenzione, con il riconoscimento della continuazione, per Marco Gentile. Era lui il titolare dell’impresa che avrebbe emesso decine di fatture per operazioni ritenute inesistenti. Il periodo di riferimento ricostruito dai militari della guardia di finanza e dai pm è quello ricompreso tra 2013 e 2014. E’ stato disposto il non doversi procedere, per intervenuta prescrizione, rispetto ai fatti che riguardavano invece il 2011 e il 2012. Condanne sono state emesse anche per le posizioni di imputati che secondo le contestazioni avrebbero utilizzato questo sistema, anche per ottenere sgravi indebiti. Un anno e dieci mesi nei confronti di Luigi Vullo. Un anno e otto mesi di detenzione per l’imprenditore Salvatore Greco. Un anno e sette mesi, con pena sospesa, per Salvatore Melilli. Infine, un anno, con pena sospesa, per Concetta Rizzo. La prescrizione è stata invece accertata per l’esercente Nunzio Di Pietro.
L’inchiesta della guardia di finanzia si concentrò sui rapporti tra la ditta di Gentile e diverse società, impegnate nel settore del commercio, dell’edilizia e dei servizi marittimi. E’ stata ricostruita un’evasione di consistente entità. Le difese hanno del tutto escluso che i rapporti fossero finalizzati ad aggirare il fisco. Per i legali degli imputati, si sarebbe trattato di forniture regolari e certificate. Tra i difensori, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Joseph Donegani, Emanuele Maganuco, Angelo Cafà, Valentina Lo Porto, Antonio Gagliano, Carmelo Peluso, Angelo Mangione e Federica Maganuco.