Gela. Due commercialisti locali coinvolti e un totale di diciotto indagati, con almeno tredici società finite al centro dei controlli. Passività fittizie. Sono questi gli elementi principali di una vasta indagine chiusa nelle scorse settimane dai magistrati della procura. Le accuse si concentrano su un presunto giro di false fatture e crediti fiscali non dovuti. Tutto, ovviamente, nel tentativo di evadere il fisco. Le somme in ballo sono decisamente pesanti. A ruotare intorno ai due commercialisti sarebbero stati diversi imprenditori, pronti ad emettere e ricevere false fatture che avrebbero attestato operazioni commerciali, in realtà mai concretizzate. La frode al fisco riguarderebbe soprattutto il settore dell’edilizia e quello dell’impiantistica. Gli approfondimenti, condotti anche dalla guardia di finanza, si sono concentrati nel periodo intercorso tra il 2009 ed il 2010. A finire al centro delle accuse, non solo i due commercialisti che avrebbero giostrato l’intero sistema di false fatture e passivi fiscali fittizi ma anche i legali rappresentanti delle aziende intestatarie delle fatture, rivelatesi in realtà carta straccia.