Fase 2, verifica con gli alleati “dopo la festa patronale”: “Ricominciamo da zero” si tira fuori

 
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Un comizio elettorale della coalizione del sindaco Di Stefano

Gela. La maggioranza blindata dell’esordio, in queste giornate ferragostane, ha patito i marosi di una mezza crisi politica, alimentata dalle voci di avvicinamenti estranei alla coalizione che ha portato alla vittoria del sindaco Terenziano Di Stefano. Le reazioni si sono susseguite e il primo cittadino ha scelto un profilo piuttosto moderato. Di Stefano si è detto “sereno”. Una verifica vera e propria, con tutti i riferimenti dei partiti e dei movimenti alleati, si dovrebbe tenere dopo la festa patronale. Il sindaco non sembra intenzionato a battere il proverbiale ferro ancora caldo. Flessioni che possano far temere sconquassi politici non ce ne sono all’orizzonte. I grillini, i dem e i civici di “Una Buona Idea” (casa da sempre del sindaco), non mollano la presa e si dicono comunque pienamente inseriti nel progetto. Di Stefano dovrà però mediare tra gli alleati della prima ora e istanze che evidentemente arrivano da accordi, magari non ufficiali, maturati principalmente nella fase del ballottaggio. Lo farà appunto dopo il giro di boa della festa patronale. Per ora non cambierà nulla, seppur siano in cantiere almeno due uscite dalla giunta, con assessori che hanno espresso ragioni personali (uno è sicuramente il commissario cittadino dem Giuseppe Arancio e le tracce dell’altro portano invece a Giuseppe Favitta in quota comunisti). Nella squadra di governo rimangono tutte le rappresentanze iniziali, comprese quelle dello stesso Pci, dell’Mpa e di Azione.

Fuori da Palazzo di Città, più di qualche rimostranza pervenire dal gruppo di “Ricominciamo da zero”. La lista, al termine delle urne, è risultata assai distante dalla soglia di sbarramento per l’accesso al consiglio comunale. Il pronostico iniziale sembrava dire cose differenti ma i numeri hanno bocciato l’iniziativa, che si collocava appunto tra le sette liste di Di Stefano. Il connubio elettorale con Azione (che in giunta schiera Luigi Di Dio) non ha prodotto i passi sperati. Uno dei candidati in quota “Ricominciamo da zero”, Andrea Irimia, sui social prende le distanze dal governo cittadino e dalla stessa Azione. Lo fa evidentemente a nome del gruppo. “Anche se abbiamo ricevuto pochi consensi, corre l’obbligo morale di esprimere una prima disamina politica sui rappresentanti che nel nostro piccolo abbiamo contribuito a fare eleggere. La prima considerazione è di non condivisione per come una parte politica come la nostra, all’interno di un percorso civico, sia stata immediatamente dimenticata e messa da parte, per aver ottenuto un risultato numericamente irrisorio. Se la politica è solo una questione di numeri e non di passione e di idee – scrive sul proprio profilo social – allora dobbiamo prendere atto di aver sbagliato nella scelta del candidato sindaco. In secondo luogo, la ventilata partecipazione in giunta di un esponente del centrodestra, che ha corso alla carica di sindaco, è quantomeno discutibile. Se è indiscutibile che un esponente politico una volta eletto ha l’obbligo di rappresentare l’intera volontà popolare, e non solo quella della parte che lo ha sostenuto, al contrario è certamente discutibile che un esponente politico schieratosi agli antipodi in campagna elettorale arrivi ad assumere un ruolo di governo. Per meglio dire, se uno dei candidati a sindaco che ha perso al primo turno, e che non si è schierato pubblicamente al ballottaggio, deve entrare in giunta, diventa quantomeno ambiguo e certamente irrispettoso della volontà popolare, che ha votato per un progetto politico, per un programma, per uno schieramento ben definito”. Il gruppo, quindi, non trova appigli nell’attuale governo della città, nel quale non si riconosce affatto. “Sono tutti elementi che lasciano l’amaro in bocca. Al contempo, ci fanno tirare un sospiro di sollievo per non essere riusciti ad ottenere l’elezione di nessun consigliere comunale e direi neanche di un assessore, non sentendoci minimamente rappresentati da chi in questo momento è stato designato e non dovendo prendere parte a quello che si preannuncia un difficile percorso politico. Siamo sollevati perché abbiamo fatto il nostro dovere morale – continua Irimia – provando a dare un contributo al nostro territorio che tanto amiamo. Non siamo stati a guardare, abbiamo provato anche se con scarsi risultati, per scelte ingenue delle quali ci assumiamo la responsabilità e certamente per non aver ricevuto il dovuto consenso. Oggi, paradossalmente, ci sentiamo legittimamente fuori da quanto si sta materializzando nella politica della nostra comunità, Ci sentiamo legittimati ad occuparci del nostro lavoro, che grazie a Dio ci impegna in nobili progetti di portata internazionale nel nostro territorio. La politica è amore per la polis, che a volte genera delusioni. L’augurio è che il buon senso possa prevalere per il bene del nostro territorio”.

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