Gela. Ad oltre un anno dall’insediamento a Palazzo di Città, sono ancora tanti i punti interrogativi che l’amministrazione Greco si trova in mano, senza veri sviluppi. C’è stata l’emergenza sanitaria, ma anche nelle stanze della giunta sanno che bisognerà dare risposte alla città, più convincenti rispetto a quelle del recente passato. L’accordo di programma, l’area di crisi complessa, i soldi del Patto per il Sud e quelli di Agenda Urbana, ma anche la piena attuazione della Zona economica speciale e degli investimenti solo preannunciati, sono alcuni dei capisaldi che potrebbero riservare un futuro amministrativo diverso alla giunta “arcobaleno” del sindaco, che ha già perso il Pd ma ha aperto le porte ai centristi dell’Udc (in attesa di una nuova nomina dopo le dimissioni della dem Grazia Robilatte). Le sorti di molte di queste procedure passano dagli uffici del settore sviluppo economico e il vicesindaco Terenziano Di Stefano, che è assessore al ramo, conferma che c’è la necessità di una “svolta”, quasi di una fase 2. I programmi di Agenda Urbana vanno avanti e tra incarichi e avvisi, si attende che la Regione sblocchi tutti i finanziamenti previsti. “Sono tutti temi, comprese le vicende del servizio idrico e di quello dei rifiuti – spiega – che bisogna affrontare in maniera forte, senza se e senza ma”. Il vice di Greco fa capire che con la ripresa, dopo la mini pausa estiva, bisognerà avere un approccio ancora più diretto. “Se necessario – aggiunge – queste vicende andranno affrontate, in prima persona, nei posti opportuni, a Palermo o a Roma, poco importa”.
Dal numero due “civico” della giunta arriva un monito, probabilmente rivolto a tutti i compagni di viaggio. Il sindaco, mercoledì prossimo, approfittando della necessità di valutare gli aspetti principali del piano triennale delle opere pubbliche, tenterà di capire quali siano le attali intenzioni di molti alleati (spesso fortemente critici) e ancora una volta proverà ad approcciare l’opposizione, anche se ad oggi non c’è mai stata alcuna condivisione, dato che spesso il sindaco al tentativo di dialogo con i “rivali” fa seguire dure reprimende politiche, che inevitabilmente non favoriscono la concordia a Palazzo di Città.