“Famiglie perdono case e aziende, dov’è la politica?”: Forconi pronti a protesta

 
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Gela. “Siamo pronti ad opporci anche con i nostri corpi se dovessero proseguire pignoramenti e aste di abitazioni o aziende locali”. La tensione creata da difficoltà economiche sempre più dure da sostenere, ha risvegliato la protesta.

Liborio Scudera e Vincenzo Cafà, fin dall’inizio esponenti del movimento dei Forconi, lanciano l’allarme. “Come si fa a ripartire – spiegano – se una famiglia si viene a trovare con le ganasce fiscali che bloccano i mezzi da lavoro? Tutto questo è assurdo e nessuno se ne interessa. La situazione economica è devastante. Le attività commerciali abbassano le saracinesche e molte famiglie sono sul lastrico”.
Per questa ragione, Scudera e Cafà lanciano inequivocabili messaggi. “L’attuale politica locale sembra dormire davanti a questi problemi – aggiungono – che sia ben chiaro, i Forconi non sono morti e continuano ad intervenire davanti a casi estremi”.
Dello stesso avviso è Giuseppe Scarlata, esponente regionale del movimento. “Abbiamo firmato protocolli su protocolli ma nessuno li rispetta – ammette – Gela è un polo economico strategico, ridotto alla fame”.
Da tempo, operatori di diversi settori si sono riuniti per cercare di organizzare un’efficace risposta. “Non vogliamo minacciare nessuno – continuano Scudera e Cafà – una cosa è certa, siamo pronti a nuovi blocchi. Con noi ci sono gli autotrasportatori e i lavoratori della fabbrica Eni. Andando avanti di questo passo, non avremo altra scelta che scendere nuovamente in piazza”.
Richieste, le loro, che tendono a voler contrastare il sistema illegale che si alimenta di crisi economica. “Se le banche non concedono credito ed Equitalia e Serit bloccano le attività anche per piccoli debiti – concludono – a chi si rivolge un povero cristo? Sicuramente, ad usurai e organizzazioni criminali”.

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