Gela. Sarebbero stati dietro ad un giro di false fatture per un ammontare di oltre un milione e mezzo di euro. Fatture per oltre un milione di euro. Così, sono scattate le condanne a due anni di reclusione ciascuno nei confronti di Rocco T. ed Emanuele B. Gli accertamenti che condussero all’indagine vennero effettuati a seguito di un rapporto avviato tra le aziende dei due imputati. Una, attiva nel settore edile; l’altra, invece, in quello della prestazione di manodopera. E’ stata assolta, invece, Nunzia R., titolare di una delle società al centro dell’intera vicenda e a sua volta difesa dall’avvocato Maurizio Scicolone. Il pubblico ministero Pamela Cellura chiedeva la condanna dei due imputati a due anni e mezzo di detenzione ciascuno. La linea dell’accusa è stata nettamente contestata in aula dai legali di difesa, gli avvocati Maurizio Scicolone e Giovanni Lomonaco. Rocco T. sarebbe stato del tutto estraneo alle fatture emesse. Ha ribadito in aula di non aver mai incassato nulla nonostante le fatture superassero il milione di euro. Emanuele B., stando al suo legale di fiducia, non avrebbe avuto alcun ruolo dirigenziale all’interno dell’azienda che, in base alle indagini, avrebbe emesso le maxi fatture. Il giudice Manuela Matta, alla fine, ha accolto le richieste arrivate dal pubblico ministero, assolvendo solo la donna che sarebbe stata una semplice prestanome, senza alcun ruolo attivo sul fronte gestionale.