Gela. “Da qui’ non ci muoveremo senza avere risposte concrete sul nostro futuro. A cinquant’anni, siamo stanchi di giocare”. Ingressi stradali bloccati, fin dall’alba, per la fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. Gli operai di Smim e Tucam, insieme a tutti i colleghi dell’indotto, hanno chiuso coi loro corpi tutti i passaggi verso lo stabilimento.
Non è stato possibile effettuare neanche il cambio turno tra gli operatori del diretto. In ballo, al momento, ci sono circa cento posti di lavoro.
“Attenzione – spiega uno dei lavoratori in protesta – al conto bisogna aggiungere anche tutti gli operai inseriti nella fantomatica lista di disponibilità. Da due anni aspettiamo di rientrare. Meno male che l’accordo era stato sottoscritto dal prefetto!”.
Nessuno accede e nessuno esce dalla fabbrica. Nelle ultime settimane, sono partite le trattative tra i sindacati dei metalmeccanici e i manager delle nuove aziende che attendono d’insediarsi, Sicilsaldo ed Ergo Meccanica. Difficile, al momento, che le due società riescano ad assorbire tutti gli esuberi di Smim e Tucam.
La tensione è alta. I presidi sono sottoposti alla sorveglianza di pattuglie di polizia.