Gela. La procura generale, in Corte d’appello, segue la stessa linea della Cassazione e così ha concluso richiedendo l’accoglimento dei motivi che lo scorso aprile indussero a parziali annullamenti per alcuni imputati, coinvolti nel blitz antimafia “Extra fines”. E’ in corso il procedimento d’appello bis, a seguito proprio degli annullamenti su singoli capi, disposti dai magistrati romani. Davanti ai giudici nisseni della Corte d’appello, è arrivata quindi la richiesta finalizzata ad una rivisitazione dell’entità delle pene. Gli imputati sono stati condannati perché considerati vicini al boss Salvatore Rinzivillo, a sua volta risultato responsabile per la quasi totalità delle imputazioni. Oltre alla procura generale, nel giudizio bis ha concluso uno dei legali di difesa, l’avvocato Antonino Reina. A gennaio, invece, sono previsti gli interventi degli altri difensori.
Per Dino Aldo Pione (al quale negli scorsi mesi sono stati concessi i domiciliari), la Cassazione ha disposto l’annullamento rispetto al trattamento sanzionatorio. In appello venne condannato a dodici anni e quattro mesi di reclusione, unificati rispetto ad un altro verdetto emesso nei suoi confronti. E’ difeso dagli avvocati Giovanni Lomonaco e Giacomo Ventura. Tra gli imputati che affrontano l’appello bis, Rolando Parigini (difeso dal legale Cristina Alfieri). Si dovrà decidere sulla sussistenza o meno dell’aggravante mafiosa. Era stato condannato, in appello, a sette anni e otto mesi di reclusione. Annullamenti della Cassazione, su singoli capi, erano stati decisi inoltre per Gaetano Massimo Gallo (difeso dagli avvocati Giovanni Lomonaco e Antonino Reina), condannato ad undici anni di detenzione; per l’ex carabiniere Marco Lazzari rispetto ad un capo di imputazione e all’aggravante di aver agevolato il clan di mafia mentre in appello la pena era stata indicata in nove anni e otto mesi di detenzione; per lo stesso Salvatore Rinzivillo (difeso dal legale Roberto Afeltra) ma solo rispetto ad un unico capo di imputazione mentre per il resto la condanna è stata confermata a vent’anni di detenzione. Tutti gli imputati scelsero l’abbreviato.