Gela. Sarà sentito in aula, davanti al collegio penale del tribunale, per rispondere alle accuse. L’avvocato Grazio Ferrara è a processo per i fatti dell’inchiesta “Exitus”. Secondo i pm della Dda di Caltanissetta, il professionista avrebbe fatto da tramite fra il boss Salvatore Rinzivillo (che era già detenuto a seguito del blitz “Extra fines”) e gli affiliati ancora in libertà. Contestazioni sempre respinte dall’imputato e dal difensore che lo assiste, l’avvocato Giacomo Ventura. Ferrara è a giudizio insieme ad Emanuele Zuppardo (difeso dall’avvocato Roberto Afeltra), considerato a disposizione del boss. Questa mattina, un imprenditore agricolo è ritornato in aula a testimoniare su richiesta del legale di Ferrara. Il breve esame si è concentrato sulla figura di Roberto Salerno, che per gli inquirenti sarebbe stato un contatto di Ferrara per affari illeciti nella zona ragusana. Il testimone, invece, l’ha indicato come operatore nel settore agricolo. In aula, ha deposto uno dei coinvolti nel blitz “Exitus”, Carmelo Collodoro. Ha anzitutto spiegato di essere stato assolto rispetto alla contestazione mafiosa e condannato per la violazione della sorveglianza speciale. Per gli inquirenti, avrebbe accompagnato l’avvocato Ferrara fuori città, pur avendo l’obbligo di non allontanarsi dal territorio.
La sua posizione è stata valutata, per competenza territoriale, dal gup del tribunale di Catania e probabilmente ci sarà ricorso in appello contro la condanna sulla misura violata (Collodoro è difeso dal legale Francesco Enia). “Nobile me lo ricordo come manovale – ha spiegato – sì, è di Gela. Poi, ha fatto impresa con mio cognato”. Il dibattimento va verso la fase finale.