Ex discarica Cipolla, “termine progetto non è perentorio”: possibile “modello Priolo”

 
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Sopralluogo in una delle ex discariche industriali

Gela. La Regione ha confermato che il termine di sei mesi per chiudere la progettazione della messa in sicurezza dell’ex discarica industriale Cipolla non è perentorio. In municipio, però, le attività sono in corso. Giovedì, si è tenuta una riunione, con i tecnici palermitani collegati. La messa in sicurezza dell’ex discarica Cipolla è coperta con i dieci milioni di euro del protocollo di intesa, siglato sul finire dello scorso anno. Gli uffici palermitani attendono prima di tutto il Dip, una relazione preliminare che Palazzo di Città dovrà inoltrare. Sarà poi il turno del progetto di fattibilità. Successivamente, il Ministero dell’ambiente si pronuncerà, prima di arrivare alla gara per i lavori. I funzionari comunali del settore ambiente, il rup Grazia Cosentino e l’assessore Terenziano Di Stefano, in questa fase, valutano anche il tipo di procedura da adottare. Si potrebbe procedere con un appalto integrato, con la progettazione e l’esecuzione dei lavori, oppure con due gare separate. In municipio, manca personale specializzato in progettazioni di questo tipo e anche la pista che porta ad Eni non è stata scartata. L’azienda ha dato disponibilità. I funzionari regionali, nel corso dell’incontro di giovedì, pare che abbiano citato il caso di Priolo Gargallo, Comune che ha ottenuto fondi per la messa in sicurezza e la bonifica di ex siti industriali. “A Priolo – spiega Di Stefano – Eni Rewind sta affiancando il progettista del Comune. Potrebbe essere una soluzione attuabile anche nel nostro caso”.

A breve, la questione si porrà anche per la messa in sicurezza di un’altra ex discarica industriale, quella di Marabusca, per la quale la copertura è di tredici milioni di euro. In municipio, con le attività che dovrebbero entrare nel vivo, si ipotizza che nell’arco di tre mesi si possa arrivare al progetto di fattibilità. A differenza di quanto inizialmente sostenuto dall’assessore regionale all’energia Daniela Baglieri, i sei mesi non sono un confine temporale perentorio, assicurando maggiori spazi di manovra agli uffici del Comune, che però dovranno chiudere le procedure prima possibile.

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