Gela. È stato aperto il dibattimento, al tribunale di Caltanissetta. L’ex collaboratore di giustizia Calogero Tuzzolino deve rispondere di calunnia aggravata. In base alle contestazioni, alla fine ritenute fondate dal gip nisseno che ha disposto il processo (nonostante le due richieste di archiviazione avanzate dalla procura), rilasciò dichiarazioni agli inquirenti solo per screditare gli imprenditori Salvatore Luca e Rocco Luca. Le indicazioni di Tuzzolino misero in luce presunti contatti dei Luca con esponenti della criminalità organizzata: finirono anche nella maxi inchiesta “Camaleonte” per la quale gli imprenditori sono attualmente a processo davanti al collegio penale del tribunale di Gela. Nel procedimento nisseno, assistiti dall’avvocato Antonio Gagliano, che si è opposto alle richieste di archiviazione, sono costituiti parti civili. Sono certi che l’ex collaboratore, poi escluso dal programma di protezione, abbia raccontato vicende non riscontrate dai fatti, con l’unico obiettivo di danneggiarli.
Gli imprenditori, in passato, segnalarono alcune condotte dell’imputato, per un tentativo di truffa. Avrebbe avuto la disponibilità di un’automobile, della loro attività, senza averla pagata. Durante l’istruttoria dibattimentale del procedimento “Camaleonte”, uno degli investigatori sentito come testimone ha spiegato che riscontri forniti da Tuzzolino su immobili riconducibili ai Luca, nei quali si sarebbero tenuti incontri con esponenti della criminalità organizzata agrigentina, si rivelarono infondati. L’ex collaboratore già in passato è finito al centro di inchieste e accuse, anche di calunnia. In questo caso, la contestazione è aggravata dall’aver rilasciato presunte false dichiarazioni durante il periodo di collaborazione con la giustizia. I primi testimoni saranno sentiti in aula ad aprile.