Gela. Sono ormai trascorsi diversi anni da quei fatti, ma i pm della Dda di Caltanissetta hanno già chiesto la condanna, a quattro anni e quattro mesi di reclusione, per Emanuele Cascino, ex braccio destro del boss Peppe Alferi. Da tempo ha avviato la sua collaborazione con la giustizia, ma secondo le accuse avrebbe imposto estorsioni tra i cantieri del complesso abitativo di contrada Catania-Casciana. Da quanto emerso, si sarebbe trattato soprattutto di minacce per le guardianie, ma l’indagine si è estesa anche al settore locale della vendita delle angurie, che sarebbe stato controllato quasi integralmente dal gruppo di Alferi e Cascino. La difesa del collaboratore di giustizia, nelle conclusioni, ha ricordato i benefici per la scelta di collaborare, assunta dall’imputato.
In base all’esito dell’indagine, gli imprenditori che operavano nel cantiere di contrada Catania-Casciana avrebbero dovuto assecondare le imposizioni di Cascino, per evitare danneggiamenti e ripercussioni. Quei lavori furono al centro di diversi approfondimenti investigativi, proprio per infiltrazioni mafiose. Gli imprenditori sottoposti a pressioni sono parti civili nel giudizio, con gli avvocati Joseph Donegani, Nicoletta Cauchi, Vittorio Giardino e Floriana Cacioppo. I legali hanno sostenuto la richiesta di condanna dell’imputato. La decisione dovrebbe arrivare a marzo.