Gela. La sentenza di condanna è da annullare, con rinvio alla Corte d’appello di Caltanissetta. La richiesta l’ha formulata la procura generale, nelle conclusioni scritte del giudizio in Cassazione, che riguarda la posizione di Giuseppe Novembrini. E’ già stato condannato, in primo e secondo grado, per le estorsioni ad attività commerciali, messe a segno nell’interesse del gruppo di Cosa nostra. Il suo coinvolgimento, secondo gli investigatori, avrebbe riguardato anche le imposizioni ai titolari di uno stucchificio di via Venezia. Per la procura generale, che ha dato seguito a quanto sostenuto dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Maurizio Scicolone, ci sarebbero diverse contraddizioni nelle dichiarazioni fornite da uno dei titolari dello stucchificio. Dichiarazioni, come spiegato nel ricorso dalla difesa, che sono stati elementi basilari. Novembrini, considerando la continuazione con altre sentenze, è già stato condannato a diciassette anni e sei mesi di reclusione. La vicenda dell’estorsione allo stucchificio, anche secondo la procura generale, va però rivista. L’annullamento, senza rinvio, è stato avanzato dal difensore.
A fine mese, la Cassazione si pronuncerà. Per il legale di Novembrini, non ci sarebbero mai state prove chiare sul fatto che fosse stato l’imputato a pretendere la messa a posto dai titolari dell’attività. Le indagini toccarono anche le richieste estorsive che i clan fecero pervenire all’allora titolare di un negozio di giocattoli.