Gela. Due esercenti, quasi vent’anni fa, vennero presi di mira
dai clan locali, nel tentativo di imporgli la messa a posto.
Le due condanne. Reggono le richieste formulate dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta e il collegio penale del tribunale ha condannato ad undici anni di reclusione Giuseppe Novembrini, a quattro anni e cinque mesi, invece, Franco Scerra. Gli imputati avrebbero fatto pressioni su due esercenti della città, l’ex titolare di un negozio di giocattoli e uno dei proprietari di uno stucchificio. Nel caso di Novembrini, il difensore, l’avvocato Maurizio Scicolone, ha chiesto il riconoscimento della continuazione con precedenti sentenze di condanna. Per Scerra, invece, sono state riconosciute le attenuanti generiche. Proprio la difesa di Scerra, sostenuta dall’avvocato Flavio Sinatra, ha escluso qualsiasi coinvolgimento dell’imputato nei clan della città.
“Ha solo la colpa – ha spiegato il legale – di essere cognato di Rosario Trubia. E’ un operaio che non ha mai avuto precedenti penali. Tutti i collaboratori di giustizia sentiti hanno confermato che Scerra non ha mai fatto parte dei gruppi di mafia”. Per la difesa di Novembrini, invece, non ci sarebbero state certezze rispetto alla presenza dell’imputato al momento delle richieste recapitate al titolare del negozio di giocattoli, che non avrebbe mai indicato, in maniera chiara, l’eventuale ruolo di Novembrini nella vicenda. In dibattimento, parte civile era la Federazione antiracket, con l’avvocato Salvatore Caradonna.