Gela. Un anno di reclusione e 2 mila euro di multa.
La condanna è scattata per il sessantasettenne Filippo Sciascia. Il collegio penale, presieduto dal giudice Paolo Fiore, affiancato dalle colleghe Ersilia Guzzetta e Silvia Passanisi, lo ha riconosciuto colpevole di aver partecipato all’estorsione messa a segno dal gruppo di Cosa nostra ai danni degli imprenditori Giovanni e Vincenzo Berrittella, ex gestori del servizio di mensa all’interno della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. La richiesta di condanna è stata formulata dal pubblico ministero della Dda nissena Gabriele Paci. Il legale di fiducia dell’ex esercente, l’avvocato Flavio Sinatra, ha parlato in aula “di un classico esempio di ragionevole dubbio” rispetto alla colpevolezza dell’imputato. Nel corso dell’udienza, il collaboratore di giustizia Carmelo Barbieri ha escluso di aver mai indicato Filippo Sciascia come referente di cosa nostra.