"Esserci", allarme su disagio psichico degli adolescenti
Stanchezza, ansia e sovraccarico mentale: i risultati dell’analisi territoriale nei comuni di Gela, Riesi, Mazzarino e Niscemi
Gela. Sono stati presentati i risultati dell’analisi territoriale sul benessere psicologico degli adolescenti coinvolti nel Progetto EsserCi, percorso selezionato dall’Impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. La ricerca presentata è stata coordinata dalla psicologa e psicoterapeuta Aurora Morreale, alla quale ha collaborato lo psicologo Nuccio Licata. L’indagine, condotta su un campione di 300 adolescenti tra gli 11 e i 18 anni dei quattro comuni coinvolti, restituisce un quadro chiaro e preoccupante:
Il 42% degli adolescenti si sente stanco, esaurito e logorato. Il 41% si percepisce lento e privo di energia. Quasi la metà non si sveglia riposata. I dati mostrano inoltre una forte incidenza di preoccupazione e stress percepito pari al 44%, un elevato sovraccarico mentale del 57% e livelli significativi di ansia (50%), più accentuati tra le ragazze — 161 nel campione totale — rispetto ai coetanei maschi. Sul fronte dell’autostima, emergono differenze marcate: l’80% dei maschi si considera sicuro e fiero di sé, contro il 46% delle femmine, evidenziando un divario che merita attenzione e interventi mirati.
Il Progetto EsserCi – coordinato dall’ARCI Le Nuvole in qualità di capofila e sostenuto dai Comuni di Gela, Niscemi, Mazzarino e Riesi prevede un percorso triennale di interventi dedicati alla prevenzione e al sostegno psicologico degli adolescenti.
L’obiettivo è quello di costruire una rete stabile di cura, attenzione e ascolto, capace di riconoscere i bisogni dei ragazzi e delle ragazze e di contrastare le forme di povertà educativa che ancora segnano profondamente i territori.
Un altro dato che allarma riguarda la scarsa informazione sui servizi presenti sul territorio:
Solo il 13% degli adolescenti ha chiesto aiuto a un professionista. Tra questi, il 65% si è rivolto a servizi a pagamento, segno che i servizi gratuiti o pubblici sono poco conosciuti o percepiti come meno accessibili. Appena 44 ragazzi su 300 affermano di conoscere figure professionali attive localmente nel campo del benessere psicologico. Un gap informativo che rischia di lasciare i giovani soli proprio quando avrebbero più bisogno di sostegno.
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