Gela. L’ambulante agrigentino Claudio Catanese e la società Sicilpetroli dovranno rispondere alle accuse a processo, il prossimo giugno. Il gup Francesca Pulvirenti ha disposto il rinvio a giudizio. Le contestazioni riguardano la terribile esplosione verificatasi tra le bancarelle del mercato rionale di via Madonna del Rosario. A causa delle gravissime ferite riportate, persero la vita due donne, Tiziana Nicastro e Giuseppa Scilio. Oggi, il giudice ha emesso la propria decisione, accogliendo le richieste avanzate dalla procura e dai legali delle parti civili. I familiari delle vittime ma anche i tanti feriti di quella giornata hanno deciso di costituirsi nel procedimento. I loro legali hanno concluso spiegando che ci furono responsabilità per quanto accadde. Non sono state accolte le eccezioni avanzate dal legale del Comune, l’avvocato Ornella Crapanzano, che invece ha sostenuto l’assenza di un qualsiasi nesso tra l’esplosione e il ruolo dell’ente, che è proprietario dell’area mercatale. Palazzo di Città è stato chiamato in giudizio come responsabile civile. Il gup aveva invece disposto l’estromissione della compagnia assicurativa Groupama. Uno dei legali di parte civile, l’avvocato Ivan Bellanti, è ritornato su quelle che ritiene omissioni del Comune, che è anche preposto al controllo delle licenze e delle autorizzazioni per le attività svolte nell’area mercatale. Non ha nascosto che si sarebbe aspettato la presenza, tra gli imputati, anche del primo cittadino, come legale rappresentante del municipio. Le famiglie delle vittime e i feriti sono rappresentati dai legali Flavio Sinatra, Ivan Bellanti, Davide Limoncello, Enrico Aliotta, Salvo Macrì, Riccardo Balsamo, Joseph Donegani, Rosario Giordano, Tommaso Vespo, Giada Scerra e Luigi Cinquerrui.
I familiari delle due donne morte, ormai da tempo, insistono per avere un quadro chiaro che consenta di accertare le responsabilità per quanto accaduto. Catanese svolgeva la propria attività nella rivendita mobile di rosticceria, dalla quale partì la deflagrazione. Secondo gli inquirenti, l’esplosione sarebbe stata generata dal sistema per la cucina, vicino al quale c’erano almeno quattro bombole e una tanica di gasolio. Imputata è anche la società Sicilpetroli, rispetto alle bombole gpl che furono ricaricate nonostante per gli inquirenti fossero non conformi. Tra le accuse, omicidio colposo, incendio, lesioni colpose e di una lunga serie di violazioni amministrative. Sarebbe stato il cedimento meccanico di una delle bombole collocate nella rivendita mobile a generare la fuoriuscita e l’esplosione, con le fiamme che si propagarono in pochi istanti. L’ambulante è difeso dagli avvocati Salvatore Pennica e Alfonso Neri. La società, invece, dal legale Gerlando Virone. Le difese si sono opposte al rinvio a giudizio, escludendo responsabilità dirette.