Gela. La condanna ad undici anni di reclusione
per Alessandro Gambuto va confermata.
Il traffico di droga. Sono queste le conclusioni presentate dalla procura generale davanti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. Gambuto, ritenuto vicino al gruppo di cosa nostra locale, avrebbe avuto un ruolo in grossi giri di droga, in passato controllati dalle famiglie di mafia. La condanna era già arrivata in primo grado, davanti ai giudici del collegio penale del tribunale di Gela. La difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Cristina Alfieri, ha invece ribattuto a quanto sostenuto dall’accusa, anche in appello. Per il legale, Gambuto ha sempre dichiarato di essersi messo a disposizione della famiglia di cosa nostra, ma solo per le estorsioni, così come ordinatogli da uno degli ex capi storici della mafia locale, l’attuale collaboratore di giustizia Rosario Trubia. L’ex boss non avrebbe mai particolarmente gradito l’affare della droga. Nessun compito per Gambuto, quindi, nella gestione dei flussi di eroina e cocaina, che dalla Lombardia arrivavano in città. In primo grado, la condanna è stata pronunciata anche ai danni di Pasquale Messina, tra i primi ex affiliati a cambiare vita, iniziando a collaborare con i magistrati. I giudici del tribunale gli hanno imposto sette anni di detenzione.