Era capace di intendere quando ha ucciso? Perizia per Valenti

 
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Gela. Primo contatto tra la psichiatra Antonella Garofalo è Vincenzo Valenti, il trentanovenne che ha ucciso il mese scorso il fratello Alessandro con tre coltellate. Il perito di parte dovrà stabilire se al momento dell’accoltellamento il fratricida fosse capace di intendere oppure abbia agito in preda ad un raptus omicida.

Durante l’interrogatorio, assistito dall’avvocato Carole Macrì, ha cercato di raccontare quei drammatici minuti in cui la lite si è trasformata in assassinio. Un racconto frammentario, poco lucido, a volte insensato. “E’ stato lui ad aggredirmi, volevo solo difendermi. Non volevo uccidere mio fratello”, ha ripetuto spesso. La psichiatra ieri mattina si è recata nel carcere di contrada Balate, dove Valenti è recluso, per un primo contatto. La sua relazione verrà poi inviata alla procura che deciderà quale tipo di imputazione formulerà nei confronti dell’imputato.  

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