Gela. L’”amministratore delegato della giunta”, come più volte l’hanno definito i consiglieri comunali
del Movimento cinque stelle, va via così sommessamente?
I pesi di Siciliano. Per molti, il vicesindaco Simone Siciliano è, da tempo ormai, un vero decisore politico, avendo avuto in pugno le sorti della giunta. In consiglio comunale, tanti l’hanno ribattezzato “il vero sindaco”. Anche lui, però, è stato depennato, nonostante l’alleanza ferrea che per oltre due anni l’ha legato al primo cittadino. Un patto di ferro, con Messinese che ha sempre difeso Siciliano, garantendogli praticamente carta bianca. Ma Siciliano, che sul tavolo ha tutti i dossier più importanti aperti dall’amministrazione comunale, è del tutto fuori dai giochi? Con Siciliano, se ne andrebbero oltre due anni di vicende Eni, ma anche i tanti punti nebulosi del servizio rifiuti, lo stallo di Agroverde, con investitori a destra ed investitori a sinistra quasi mai pervenuti, un accordo di programma che neanche i sindacati sanno più che fine abbia fatto e i tanti mega progetti, dal polo gnl all’hub logistico, rimasti solo nelle intenzioni. Con o senza Siciliano, cambia e tanto. In municipio, nessuno ha mai nascosto che la trattativa politica passa proprio dal ruolo del vicesindaco, assessore praticamente a tutto. Per ora, come ribadito dal sindaco Domenico Messinese, i suoi assessori sono stati tutti revocati, a cominciare dall’ingegnere Siciliano. Un colpo di teatro, nel tentativo di capire l’effetto che fa? Di certo, Siciliano ha fatto una scelta politica, appoggiando la candidatura di Angelo Caci all’Ars, schierato con gli alfaniani di Alternativa Popolare, a questo giro “militanti” del centrosinistra. Insomma, poco meno di ottocento voti, portati però al gruppo di centrosinistra.
Le scelte politiche le fa il sindaco. Lo “sponsor” politico Siciliano non viene visto di buon occhio da un centrodestra che, solo fino a qualche tempo fa, era praticamente pronto a chiudere l’intesa con Messinese. Il vicesindaco, però, se n’è andato tra i rivali di centrosinistra e la sua “spavalderia” politica ha solo contribuito a rompere eventuali canali di trattativa. Tanti, nel centrodestra, hanno chiesto di ridimensionare il vicesindaco e di assegnargli un numero comunque limitato di deleghe. Sulle spalle di Siciliano, non ci sono solo Eni e i maxi progetti, rimasti su carta, c’è l’intrigo dei rifiuti. La gara d’appalto varata dalla Srr4 non si chiuderà in tempi stretti, mentre le continue proroghe a Tekra e un servizio con costi sempre più alti sono al centro di scontri furiosi. Sulle casse del municipio pesano circa due milioni di euro all’anno di debiti fuori bilancio, solo per il capitolo rifiuti, e la Tari con tariffe aumentate, per l’ennesima volta, è stata bocciata. Questa mattina, comunicando le sue scelte, Messinese ha fatto capire che, d’ora in poi, la decisioni politiche le prende lui e basta. Insomma, i tecnici facciano i tecnici e non chiudano intese politiche. Il sindaco non ha fatto riferimento esplicito a Siciliano, ma il rimando era piuttosto chiaro. Peraltro, il vicesindaco “politico” non è piaciuto neanche a tanti fedelissimi di Messinese, da tempo raggruppati sotto la bandiera di Sviluppo Democratico. Il centrosinistra? Siciliano pare averci tentato, per il tramite della candidatura di Caci, ma a questo punto difficilmente la nuova giunta potrà parlare la lingua del Pd. Il segretario cittadino Peppe Di Cristina e i suoi uomini di riferimento non sanno più come rimandare al mittente le ipotesi di intesa con il sindaco Domenico Messinese. Rispondere all’eventuale chiamata alle armi, sarebbe come legittimare l’ex capogruppo dem Vincenzo Cirignotta, che dopo le regionali ha preso armi e bagagli, lasciando i “compagni”, e denunciando i tentativi del Pd di inciuciare con Messinese. Siciliano, da quanto trapela, difficilmente lascerà il municipio prima della scadenza naturale. Pochi credono che venga defenestrato, senza colpo ferire. Forse, Messinese sta cercando chi sia pronto a spalleggiarlo politicamente, ma sempre con il suo fidato vicesindaco in formazione. Oppure, l’idillio si è veramente rotto, tra endorsement politici sbagliati, debiti fuori bilancio dai rifiuti, mega progetti e tante slide.