Gela. Un gap enorme che difficilmente potrà essere recuperato a stretto giro. Nel corso del lungo confronto sulla situazione della sanità locale, pressata da tagli e disservizi, c’è anche chi ha parlato di “un malato terminale”. La riunione si è tenuta in municipio. Il management dell’Azienda sanitaria, questa volta, ha evitato di utilizzare troppi tatticismi, ammettendo che le carenze ci sono e non soltanto al “Vittorio Emanuele”. I vertici Asp c’erano tutti, ad iniziare dal manager Alessandro Caltagirone. La riunione, voluta dal sindaco Lucio Greco, è stata indetta mentre la scorsa settimana i sindacati e i dipendenti del “Vittorio Emanuele” sono scesi in piazza, proprio contro il depotenziamento del nosocomio di Caposoprano. Per Caltagirone, “Asp ha messo in campo tutto quello che era possibile per avere nuovi medici”. I bandi però vanno spesso deserti e anche le specialistiche universitarie non forniscono il ricambio necessario. “Ci vorrebbero norme specifiche, come quelle varate durante l’emergenza Covid”, ha sottolineato. Al “Vittorio Emanuele” i medici sono al sessanta per cento rispetto allo standard necessario. Nel corso del confronto, sono intervenuti i parlamentari del territorio. C’erano i senatori Pietro Lorefice e Ketty Damante e i parlamentari Ars Nuccio Di Paola e Giuseppe Catania. Il segretario dell’Ugl Andrea Alario, in maniera ironica, ha ringraziato “anche gli assenti”. Non c’era il parlamentare Ars di Forza Italia Michele Mancuso. Una disamina su ciò che si potrebbe fare per cercare di limitare l’emergenza l’ha fatta il presidente della commissione consiliare sanità Rosario Trainito. Il sindaco Lucio Greco chiede a gran voce un confronto con il neo assessore regionale alla sanità Giovanna Volo. L’avvocato ha ribadito che non si può andare avanti con un nosocomio in agonia. E’ convinto che anche il tavolo provinciale, già convocato dal sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino, si debba tenere in città. I sindacati, soprattutto quelli degli operatori sanitari, sono molto critici e hanno descritto un collasso quasi totale del sistema cittadino. Il segretario confederale Cgil Rosanna Moncada ha contestato la gestione del management di Asp. “Non possiamo sempre ripetere le stesse cose – ha detto – ci sono gravi responsabilità visto che i medici non vogliono prendere servizio in questa Asp, che deve ancora applicare il contratto integralmente. Noi siamo pronti anche ad un tavolo prefettizio. Non è cambiato nulla fino ad oggi e le liste d’attesa lo dimostrano”.
Forti critiche ai manager le ha avanzate anche il segretario Cisl Emanuele Gallo. Nel corso del dibattito, è emersa la possibilità di rimpinguare gli organici attraverso il reclutamento di medici stranieri. Il segretario Ugl Andrea Alario ha ribadito che ad oggi non si vedono sbocchi. Politica e manager, per il sindacalista, non sono riuscite a trovare soluzioni contro la desertificazione dei reparti e dei servizi. “E’ necessario farsi carico di una progettazione a breve, medio e lungo termine. Non possiamo accettare che per recuperare ci vogliano non meno di quattro anni, come è stato detto durante il dibattito, e nel frattempo cosa faremo? Chiudiamo l’ospedale?”. Le pecche sono pesanti e il sistema sanitario cittadino rimane un malato grave.
Siamo messi no male, ma peggio si
rischia la vita seriamente a GELA ,signor Sindaco come primo responsabile della salute dei cittadini vada a Palermo a Roma non si rassegni a una decisione dell’ASP senza soluzioni e mobiliti la città intera la situazione è seria