Gela. In un momento storico in cui l’informazione locale, soprattutto quella televisiva e radiofonica rischia di essere sepolta e cancellata per sempre, in Sicilia oltre 40 emittenti si uniscono per fare sentire la loro voce. Sotto la bandiera della Rea, l’Associazione delle emittenti televisive e radiofoniche locali, è stato eletto il coordinamento regionale. Il nuovo vertice regionale sarà coordinato da Gaetano Casciana, editore di Radio Gela Express, emittente che conta 30 anni di attività nel territorio centro orientale siculo. Vice coordinatori sono Maurio Bellavia, Arturo Candella, Maurizio Sferrazza.
La Rea conta in ambito nazionale oltre 400 emittenti radiotelevisive. E’ stato Casciana a volere una rappresentanza forte in Sicilia, trovando il sostegno da parte del presidente Antonio Diomede e di tantissimi colleghi siciliani.
L’organizzazione sindacale del settore radiotelevisivo nasce soprattutto dall’esigenza di dar battaglia nelle Istituzioni, a tutti i livelli, per riformare la legislazione del settore. Tanti i diritti acquisiti ma altrettanti sono quelli ancora da conquistare in un contesto storico in cui l’emittenza locale lotta per sopravvivere e restare fortino di guardia delle proprie comunità, a forte rischio visto il riordino delle frequenze e la cosiddetta rottamazione.
Ma la Rea in ambito regionale e nelle varie città vuole interloquire con le istituzioni affinchè vengano rispettate le regole già esistenti e vi sia una equa distribuzione dei contributi statali e regionali, che rischiano di garantire i grandi editori a discapito delle medie e piccole realtà locali. Ci sono troppi comuni e enti pubblici che non rispettano la legge 150/2000, che non sono dotati di uffici di stampa costituiti da giornalisti e che non destinato come recita la legge il 2 per cento del proprio bilancio per l’informazione istituzionale in radio e tv.
Con un mercato pubblicitario segnato dalla fortissima crisi post Covid 19 l’emittenza radio televisiva siciliana rischia di essere cancellata e con essa centinaia di posti di lavoro ma soprattutto il riferimento di migliaia di cittadini che altrimenti rischiano di dover ricorrere solo a network nazionali.
Alla Regione saranno chiesti criteri sul bando da 10 milioni di euro che siano equi e destinati realmente alle emittenti radiotelevisive locali e non per pochi.
In ambito nazionale va specificato che nel settore operano 1200 imprese radiofoniche e 400 televisive con un livello occupazionale di 7000 dipendenti, ivi compreso l’indotto e le Partite IVA, ai quali dalla fine del mese di marzo e nei mesi successivi non si potrà assicurare la busta paga. Oltre agli stipendi non si fa fronte al pagamento dei relativi contributi previdenziali e assicurativi, tasse in scadenza, fatture per consumi di energia elettrica, diritti SIAE etc . In sostanza la quasi totalità delle radio tv locali sarà inesorabilmente condannata alla chiusura con gravissimo irreparabile danno alla democrazia, come il diritto d’informare ed essere informati, la libertà d’impresa e il diritto al lavoro dei 7000 occupati.