Gela. Non si ferma la scia di incidenti e morti sul lavoro. Tanti operai, soprattutto nel settore dell’edilizia, sono a rischio e i numeri offrono uno disamina sempre più preoccupante. Anche diversi operai gelesi, spesso costretti a spostarsi in altre regioni o addirittura fuori dall’Italia, sono stati vittime del lavoro. Una realtà che non sfugge a Francesco Cosca, segretario generale della Fillea Cigl, in provincia di Caltanissetta. “La tendenza all’aumento purtroppo continua e si accentua nei primi mesi del 2018 – spiega – in cui come sindacati registriamo nei settori delle costruzioni un incremento del cinquanta per cento rispetto all’anno precedente. Aumenta inoltre l’età media delle vittime. La metà sono di età compresa tra cinquanta e sessantaquattro anni, con un incremento del trentacinque per cento”. Numeri che preoccupano un sindacato degli edili che, a livello locale, deve fronteggiare anche l’assoluta carenza di lavoro. “Secondo l’Osservatorio di Bologna sono duecentocinquantotto i lavoratori morti sul luogo di lavoro dall’inizio del 2018 – continua – dal 2010 al 2017, nel settore del lapideo hanno perso la vita trentatré operai e sono solo dati parziali”.
Per il sindacalista, i controlli devono iniziare dalle aziende. “Invitiamo tutti ad avere maggiore interesse e a organizzare le iniziative di denuncia che riterranno più opportune, per sostenere le proposte delle categorie. Al di la degli infortuni che ancora sfuggono alle casistiche di prevedibilità, è necessario introdurre procedure particolari che possano selezionare, nel settore, solo quelle aziende con comprovate capacità economiche, professionali e in grado di garantire la massima sicurezza nei luoghi di lavoro – conclude – inoltre, sono necessari maggiori e diffusi controlli sul rispetto delle regole attuali e pertanto chiediamo, a quanti hanno pubbliche responsabilità, di rendere più stringenti tutte le misure opportune per garantire sicurezza, inasprire le pene e revocare le concessioni alle aziende che non rispettano gli obblighi legislativi”.