Gela. “E’ notte fonda sul settore delle costruzioni”. I sindacati di Fillea, Filca e Feneal tornano a contestare non solo “la moltiplicazione dei pani e dei pesci” promessa dal presidente della Regione Rosario Crocetta attraverso il Patto per la Sicilia ma anche il silenzio della giunta
comunale che, nonostante le tante richieste, non ha ancora convocato i sindacati.
“Tutto è fermo”. Una presa di posizione che arriva dai segretari Francesco Cosca, Francesco Iudici e Dathan Di Dio. “Per ridare fiato alla manodopera locale le federazioni del settore edile – dicono – hanno proposto alla giunta municipale nella persona del sindaco Domenico Messinese e del suo vice Simone Siciliano, la sottoscrizione di un protocollo d’intesa che, nel rispetto della legislazione vigente, possa consentire l’impiego di lavoratori edili di Gela. L’obiettivo è quello di rispondere concretamente alle richieste che provengono dalla moltitudine di lavoratori ridotti sul lastrico insieme alle loro famiglie. Non vuole essere la soluzione a tutti i problemi, per carità. E’ soltanto il tentativo concreto di rispondere alla crisi del settore e ai tanti lavoratori edili costretti a subire gli effetti devastanti di una crisi senza precedenti. L’incontro si è tenuto il 3 gennaio scorso. Da quel giorno ad oggi siamo in attesa di una convocazione che non è mai arrivata”. Quindi, i sindacati non nascondono le responsabilità politiche, davanti a lavoratori e famiglie sempre più in difficoltà. “La classe dirigente deve cambiare soprattutto mentalità e parlare di obiettivi condivisi come infrastrutture, edilizia scolastica, riqualificazione dei centri urbani, prevenzione del territorio, edilizia ecosostenibile – concludono – sono questi gli ingredienti necessari per fare ripartire il settore delle costruzioni che non può rimanere vincolato ad un’edilizia privata di vecchio stampo, giunta al capolinea. Lanciamo una proposta al Comune, se necessita di liberi professionisti per la redazione dei progetti si rivolga agli ordini professionali, gratuitamente. Non è una provocazione, ma una proposta concreta per rendere i progetti cantierabili”.