Gela. All’interno del suo studio privato, nel novembre di tre anni fa, i carabinieri del nucleo tutela patrimonio artistico ritrovarono monete antiche di età greca e romana, manufatti d’ogni tipo e calchi in gesso per la riproduzione. G.D.B., difeso dall’avvocato Vittorio Giardino, è accusato del possesso di materiale di rilevanza artistica.
In sostanza, gli investigatori sospettano possa trattarsi di un vero e proprio “tombarolo”, capace anche di riprodurre importanti pezzi del passato. Così, si è aperto il processo a suo carico davanti al giudice Chiara Raffiotta. Nel corso dell’ultima udienza, sono stati ascoltati sia i carabinieri che effettuarono l’ispezione nello studio dell’imputato sia un’esperta alle dipendenze della soprintendenza di Caltanissetta.
“I calchi utilizzati – ha spiegato la funzionaria – non si trovano in vendita. Inoltre, ho potuto accertare la presenza di diversi monili autentici”. L’imputato si è sempre difeso facendo leva sul fatto di aver acquistato le monete in Inghilterra, escludendo che potessero essere contraffatte o arrivare dal mercato illegale.
In base all’accusa, inoltre, G.D.B. avrebbe nascosto una parte dei reperti in suo possesso anche all’interno dell’abitazione di proprietà.