Gela. Due assessori, per ragioni personali e lavorative, verso l’addio alla giunta. Il sindaco Terenziano Di Stefano ha accolto la loro richiesta di un confronto, probabilmente subito dopo la festività patronale. “Me lo hanno chiesto espressamente ed è giusto avere un confronto subito – precisa il primo cittadino – hanno indicato ragioni personali e di lavoro. Chiaramente, per me, ad oggi, tutti gli assessori hanno fatto un ottimo lavoro. In una situazione non semplice, a causa del dissesto, stanno dando il massimo. Capiremo come andare avanti, con nuove figure”. Quella che pare già una fase 2, con un governo cittadino forse più politico, potrebbe iniziare a prendere consistenza, proprio da settembre. Non una “rivoluzione” di assetti ma sicuramente una conformazione di schema diversa da quella iniziale. Nello scacchiere infatti dovrebbe esserci spazio per l’ex consigliere comunale FdI Salvatore Scerra, sconfitto al primo turno delle amministrative alla guida di “Alleanza per Gela” ma di fatto in prima linea, senza mai alcuna ufficialità, nel supportare la corsa di Di Stefano. “Inutile girarci intorno – continua il sindaco – con Scerra si è avviato un dialogo intenso nell’ultima fase della campagna elettorale e non è nemmeno una questione politica o di consiglieri comunali. È una questione che riguarda la volontà di lavorare notte e giorno per il territorio e credo che lui abbia questa caratteristica. Questa cosa va affrontata nel momento opportuno, non so se già a settembre o più avanti”. Il capo dell’amministrazione non rinnega per nulla la strategia che al ballottaggio ha condotto ad una sua netta affermazione: Scerra, non pubblicamente, c’è stato e potrebbe avere un ruolo amministrativo.
Quella dell’ex meloniano, oppositore ferreo della giunta Greco e ora pare in procinto di dire sì ai lombardiani dell’Mpa, è comunque una figura politica che potrebbe mutare gli assetti di una coalizione invece a maggioranza progressista-civica e comunque non in asse con quello che fu il progetto elettorale dello stesso Scerra. Entrerebbe in un governo cittadino, insieme ai grillini e ai dem. Di Stefano però non pare temere ripercussioni. “Se io avessi accettato l’apparentamento, Scerra e qualche altro esponente di quel gruppo sarebbero già stati in giunta – sottolinea – e i nostri consiglieri comunali sarebbero stati molti di meno. Se qualcuno ha qualcosa da dire, è giusto che lo dica. Io sono disposto a fare incontri, anche domani o nei prossimi giorni. Le elezioni si vincono di strategia, non c’è nessuna grazia ricevuta, oltre al cuore e alle gambe c’è stato un discorso di testa e quindi di strategia politica. Pd, M5s e “Una Buona Idea” sono ampiamente rappresentati in consiglio comunale. Pd e grillini hanno un ruolo centralissimo in questa amministrazione e i risultati sono stati straordinari pure se li compariamo a situazioni regionali o nazionali. Però, c’è stata strategia. Io sono pronto a discutere e prendo atto delle valutazioni degli altri. Non è mio costume invece lamentarmi a mezzo stampa o altrove”. Il sindaco ribadisce il concetto. “I partiti alleati sono stati informati, conoscevano la strategia elettorale – dice inoltre – non è una cosa nata all’improvviso. Abbiamo cinque anni per amministrare. Tutti hanno piena rappresentatività, in consiglio, in giunta, nelle commissioni e nell’Unione dei Comuni, c’è un mondo di situazioni. Non ci sono dubbi che andando avanti il Pd avrà un ruolo ancora più importante mentre i cinquestelle hanno già l’assessore e il presidente del consiglio”. Quella di Di Stefano si presenta come una trama da tenere ben salda nei rapporti con gli alleati. “Ad oggi – conclude – ho avuto assessori e consiglieri straordinari. Hanno definito in poco tempo il piano del demanio, stanno portando avanti l’iter per le acque reflue, insieme al consigliere Cuvato stiamo affrontando mille situazioni, dalla pista di atletica a Montelungo senza dimenticare le autobotti. L’impegno è assoluto. Lamentele dal Pd o dal Movimento cinquestelle non ne ho avute né hanno posto questioni. Fare l’assessore, con tutte queste difficoltà, comporta prevalentemente un duro lavoro”. La fase 2, con Scerra a Palazzo di Città, non sembra una suggestione estiva ma tutta l’alleanza di Di Stefano dovrà trovare le frequenze politiche giuste.